E’ triste dirlo, ma se domani ci chiamassero al voto sui vaccini anti Covid, potrebbe capitare che il dubbio sulla pericolosità di quella punturina, facesse vincere l’astensione. Con urne semivuote, e un buon 30 per cento di contrari. Lo si rileva dagli indicatori che emergono da alcuni centri di vaccinazione, e la causa è da imputare al sequestro preventivo del preparato AstraZeneca, e allo stop di alcuni giorni imposto dall’Ema, European Medicines Agency. Uno stop and go, per carità, ma sufficiente a seminare dubbi e a far scendere il farmaco di numerose posizioni rispetto a Pfizer e addirittura a Johnson&Johnson che pure non è ancora in circolazione. Una psicosi che deve essere fermata, a cominciare da Torino che, a quanto pare, non fa eccezione anche se per ora il rifiuto è mascherato da appuntamenti saltati presso i centri vaccinali. Quanti? Il numero esatto non è dato di saperlo, e dobbiamo accontentarci di una percentuale: poco più del 30%. Tutto in linea insomma. Un allarme ingiustificato che fa urlare di sdegno medici e virologi e che potrebbe far aumentare il rischio dei contagi, già pericolosamente in crescita. Una china che si deve in qualche modo risalire, ritrovando una fiducia messa in dubbio dai pericolosi giochi internazionali che nascondono, enormi interessi economici. Eppure avremmo dovuto capire che il vaccino rimane l’unica arma in nostro possesso per uscire da questo incubo. Serve una controinformazione, una sorta di rivoluzione positiva. Come quella di tanti torinesi doc che hanno prestato volto e parole ad una iniziativa della Regione. Sportivi, scienziati, show girl, universitari. Quei Vip che siamo abituati ad ammirare e che oggi ci dicono di non avere paura, e soprattutto di compiere un atto di responsabilità verso noi stessi, i nostri famigliari, gli amici. Consigli che non dovremmo ignorare, alla faccia dei gufacci che giocano sulla nostra pelle.
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