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Stato complice degli incendiari

Incendio

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C’è un piccolo manipolo di volontari che, partito dal Piemonte, sta lottando contro il fuoco che divora la Sicilia, la Calabria e la Sardegna. E come loro, altri volontari sono partiti da diverse località italiane, portando mezzi e l’esperienza nella lotta agli incendi boschivi. Questa volta, però, non dobbiamo parlare di volontariato che maschera le magagne del pubblico, e vi supplisce: no, in questo caso quelle magagne - anzi, perché definirle magagne? Sono atti criminali! - le evidenzia, le sottolinea, le mostra in tutta la loro miseria.

Mezza Italia brucia perché le mafie appiccano i roghi, questo lo sappiamo. Ma lo Stato fa la figura del miglior alleato per i criminali. «Intoppi burocratici» hanno bloccato in Sicilia, la denuncia è di giugno, un piano contro gli incendi perché mancavano 77 milioni di euro, pare mai arrivati dall’Europa e non certo per colpa della Merkel o di altri...

La coppia Renzi-Madia ha apposto il suo sigillo alla sventata abolizione del Corpo forestale dello Stato, incorporandolo nei carabinieri, al fine di risparmiare denaro. Con il risultato che adesso abbiamo i carabinieri forestali e le “gazzelle” colorate di verde, ma le competenze della Forestale sono divise tra la stessa Arma e i vigili del fuoco. Così il controllo del territorio è affidato ai volontari, di norma. Mentre ogni intervento viene bloccato da un sistema che non garantisce più la prontezza della risposta di fronte all’emergenza (che è quotidiana). Ci sarebbe da scrivere un capitolo anche sui Canadair (sono pochi e quei pochi sono gestiti da privati, con aumento dei costi), che costerebbero molto meno degli F35 che invece lo Stato continua a ordinare. Ogni lamentela e/o denuncia istituzionale, allo stato dell’arte, è una lacrima di coccodrillo. E non serve neppure a spegnere un fiammella.

Andrea.monticone@cronacaqui.it
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