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Il senso di quei milioni

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Quando la politica lancia l’allarme su fondi a rischio, ma anche quando esulta per l’arrivo di milioni o miliardi di euro per grandi progetti, persino quando batte cassa a Roma, lascia sempre e comunque la sensazione di parlare di un vero e proprio libro dei sogni, di maneggiare numeri con tanti zeri come fossero palline colorate di un grosso pallottoliere o i fagioli nel barattolo di vetro di una riffa. E chi guarda e ascolta si chiede: ma arriveranno davvero? Ma sul serio faranno tutte queste cose? Qualcuno penserà: sì sì poi li destinano ad altre cose, a coprire i buchi di bilancio, li sprecano. E via dicendo. Purtroppo, di cattivi esempi è pieno il passato (e il presente). Adesso che con la fine del governo Draghi ci avvisano che potremmo non vedere quei milioni per le periferie, abbiamo una reale idea di cosa significhi? Fuor di astrazione, la nostra città ha diversi esempi che testimoniano l’importanza dei fondi, che siano europei o romani, destinati a progetti specifici. A Barriera Milano, come racconta bene il nostro cronista Niccolò Dolce, abbiamo diverse realtà che sono nate grazie a bandi, a progetti dedicati, realtà che costituiscono la spinta al miglioramento della vita di un quartiere complicato, dipinto a tinte fosche dalla cronaca. Il risanamento di parti della città avviene tramite poche modalità: quella più temuta va sotto il nome di gentrificazione e i critici sostengono che sia quella che trasforma le zone degradate in fighette. Ci sono passati San Salvario e il Quadrilatero, anche se con altre dinamiche. Poi ci sono i luoghi dove arrivano campus e studenti. Ma il vero cambiamento è sempre sociale, passa dai servizi e dal senso di comunità. Se ne libro dei sogni c’è spazio per queste cose, noi vi facciamo vedere, toccare con mano, cosa significa il rischio di perderle.

andrea.monticone@cronacaqui.it
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