Non so se ve ne siete accorti ma dalla prima pandemia ad oggi le cliniche private e i palazzi dove si effettuano analisi ed esami clinici di una certa importanza come la Tac, sono sorti come funghi. In due anni c’è stato il boom della sanità privata che, piano piano sta erodendo spazi e fiducia a quella pubblica. E non sono chiacchiere da bar, ma fatti veri, che si possono verificare prenotando un qualsiasi esame prescritto dal dottore della mutua. È capitato ad un nostro lettore che doveva prenotare una risonanza per una lesione al tendine d’Achille.
Al Koelliker la prima data disponibile con il ticket era il 24 ottobre, pagando il 30 agosto. Come dire che la sanità viaggia su due binari: se uno ha i soldi prende il Frecciarossa, se non li ha deve accontentarsi di un vecchio treno a vapore. Peccato che ci sia la salute di mezzo, visto che capita ogni giorno per una mammografia, una colonscopia, una ecocardio o una visita oculistica. Non parliamo di male assoluto, ma di sistema che proprio la malagestio degli ospedali pubblici ha contribuito a creare, lasciando spazio ai privati che con i loro investimenti hanno tolto un po’ di castagne dal fuoco, intervenendo già durante il Covid, con ricoveri e prestazioni a supporto del sistema sanitario nazionale. Il resto è il seguito naturale, sostenuto anche da finanza pubblica, per abbassare le liste d’attesa e per offrire posti letto. Un sodalizio, ci pare tra pubblico e privato che, secondo alcune voci starebbe per diventare la piattaforma sulla quale realizzare persino nuovi plessi ospedalieri anche in Piemonte, probabilmente già a Cuneo e ad Alessandria.
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Progetti ancora fumosi, svelati da voci non confermate, ma neppure smentite. Che cosa possa significare questa santa alleanza possiamo solo immaginarlo, partendo dal presupposto che nel privato non esista il buco di bilancio da far risanare ad altri (Lo Stato, cioè noi), ma valga solo il principio dell’efficienza. Confidando che la regoletta che vale per un esame al tendine di Achille non si trasferisca altrove.
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