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IL BORGHESE

Alla fine chi paga siamo sempre noi

Quirino Lorelli procuratore Corte dei Conti

Quirino Lorelli, procuratore regionale della Corte dei Conti

Come capita per tutte le notizie scomode, si finirà per non parlarne. O se preferite per dimenticarle, chiudendole nel cassetto della vergogna. Ma ad ascoltare lo sfogo del procuratore della Corte dei Conti del Piemonte Quirino Lorelli, c’è da farsi venire la pelle d’oca quando afferma che gli enti pubblici sono senza controllo e arriva a definirli “buchi neri”. Come dire che Comuni, Città Metropolitana e Regione, pur con le dovute differenze, amministrano male i soldi pubblici che alla fine sono i soldi nostri.

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Ma non solo: il procuratore afferma che i controlli sono esigui e che persino l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza fanno quello che possono di fronte ad un sistema che non controlla e che non denuncia. Con la politica che si crea dei salvacondotti mentre scarica ogni responsabilità sui dirigenti i quali poi, quando sbagliano, vengono graziati perché i loro datori di lavoro non chiedono i danni o concedono rateizzazioni a babbo morto.

Di qui il sospetto che ci sia una discrepanza assai grave tra il singolo cittadino e gli enti che dovrebbero indirizzarne i comportamenti e che invece giocano una partita tutta loro, dando il cattivo esempio. Come dire che se noi comuni mortali non paghiamo una multa per divieto di sosta il giorno dopo avremo il fisco alle calcagna con more e interessi a far gonfiare il debito, mentre loro, i potenti, continuano serenamente la loro strada fatta di annunci e promesse. Ma non pagano il dovuto, camminando sull’orlo di un crack finanziario che prima o poi rischia di arrivare per davvero. Tanto poi a pagarne le conseguenze saremo noi semplici contribuenti da spennare.

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