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Il borghese

"Evasione di massa su bus e tram: Comune e Gtt ora paghino i danni"

Il Comitato Difesa Civica ha presentato un esposto alla Corte dei Conti

Roma, 13 gennaio 1732: il re del Portogallo, Giovanni V, organizza un ricevimento per inaugurare il teatro Argentina ristrutturato a sue spese: l’ingresso è gratuito per i suoi sudditi, a pagamento per tutti gli altri. E decine di romani si presentano all’ingresso sfoggiando un improbabile accento lusitano per convincere gli uscieri di essere nati a Lisbona, Porto, Coimbra o Funchal. Da allora, i furbetti sono diventati “portoghesi”. Appellativo certo meno offensivo di “scrocconi”, che però ne nasconde la vera natura, ossia quella di semplici, seppur piccoli, evasori.

Ed è sulla “evasione di massa del pagamento dei corrispettivi di trasporto pubblico” a Torino che ora si accende il faro della Procura della Corte dei Conti del Piemonte. Con un’indagine innescata dall’esposto che il “Comitato difesa civica” ha depositato lo scorso 4 aprile. Le premesse sono tre, tutte sintetizzabili in ciò che spiega il firmatario, il notaio Pierangelo Martucci, che del Comitato è presidente. «Finita l’emergenza Covid che in qualche modo poteva giustificare la presenza di controllori sui mezzi pubblici, l’amministrazione Gtt non ha organizzato una rete di controlli adeguata, determinando una più estesa generale evasione da parte di una pluralità di soggetti».

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E questo, secondo il comitato, di cui fanno parte commercialisti, avvocati, studiosi, professionisti e semplici cittadini, «si traduce in un gravissimo danno erariale». Su cui si chiede di fare accertamenti, interrogandosi innanzitutto sul «perché le richieste arrivate anche dai dipendenti del Gtt che hanno dichiarato più volte di non essere stati messi in grado di poter effettuare i controlli in sicurezza e con efficacia, non abbiano trovato accoglimento nè presso l’amministrazione della partecipata, nè presso l’Autorità Centrale». Ma la domanda principale, dopo aver sottolineato che «su questi fatti molti cittadini hanno ritenuto doveroso pronunciarsi sia con telefonate e lettere di protesta all’Amministrazione, sia con interventi sui mezzi di comunicazione», è un’altra: «Perché, nonostante le molte segnalazioni anche da parte dei cittadini non sono stati attivati dei tornelli all’ingresso, così come avviene sulla metropolitana?».

Una soluzione facile, verrebbe da dire quasi banale. Che hanno già adottato in tante città e funziona con un semplice biglietto, una macchinetta per timbrarlo quando si sale a bordo. E non si può aggirare simulando un accento esotico come avvenne nel 1732. Perché non si sia già fatto è una di quelle domande a cui si fatica a trovare una risposta. A meno di non voler andare a pescare ancora tra vecchi detti e motti di un tempo che fu. Rispolverando la storia di un mercante veneziano che risale all’epoca della Commedia dell’Arte da cui abbiamo imparato che tanto, alla fine, a pagare per le inefficienze dello Stato e per le “furbizie” degli altri, è Pantalone. Ossia tutti coloro che le regole le rispettano. E alla fine sono gabbati due volte. 

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