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IL BORGHESE

Don Rodrigo e la Pellerina

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Don Rodrigo e la Pellerina

Il piazzale della Pellerina

Quando prima di costruire un condominio si comincia la guerra con gli esposti e si scomodano la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti, finisce che il condominio non si fa più. O si costruisce dopo decenni, alla fine di un tira e molla fatto da quintali di carte bollate, sit in di protesta e infine battaglie con gli enti locali.

Figuriamoci poi se si tratta di un ospedale che, almeno nelle ambizioni della politica, ci sarebbe già grazie ad un finanziamento di 185 milioni concessi dall’Inail all’Asl Città di Torino. Fior di soldi che dovrebbero servire per costruire la nuova struttura in sostituzione del Maria Vittoria e dell’ Amedeo di Savoia che di problemi ne hanno da vendere.

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Una sorta di mano santa verrebbe da dire visto che i nostri ospedali sono vecchi (qualcuno ha addirittura più di un secolo di vita) e si va avanti con ristrutturazioni parziali e spesso insoddisfacenti pur costando milioni. Ragionando con il buon senso ci sarebbe da fregarsi le mani, visto che l’ospedale prima o poi potrebbe servire a tutti. Ma di mezzo c’è una bella fetta del parco della Pellerina che si vedrebbe sottratti circa 80 mila metri quadrati di verde.

Con un problemino in più: la fragilità del suolo che sarebbe facilmente esondabile. Così un po’ per paura e un po’ per passione verde il Comitato spontaneo “Salviamo la Pellerina” ha impugnato la decisione del Consiglio Regionale ed è sceso sul piede di guerra al grido “qui l’ospedale non s’ha data fare” che un po’ ricorda il don Rodrigo di manzoniana memoria. Davide contro Golia, pochi cittadini contro Regione, Inps, Asl e probabilmente anche il Ministrero della sanità. Come finirà non lo sappiamo, ma loro hanno usato la fionda per primi.

Tutto comprensibile, per carità. Anche perché c’era un’altra opzione per l’area, quella dell’ex macello di via Traves, al confine tra Vallette e Savonera. Ipotesi tramontata, come è facile immaginare.

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