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IL BORGHESE

La lobby green vuole le spiagge

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

La lobby green vuole le spiagge

La lobby green vuole le spiagge

Sarà stato anche un mezzo flop lo scioperino degli ombrelloni sulle nostre spiagge, ma ad una cosa probabilmente è servito: ha messo in piazza l’attenzione morbosa delle lobby green europee verso le nostre spiagge infinite e bellissime che si affacciano su un mare stupendo e blu che fa gola al mondo. Specie alle multinazionali del turismo che su quella sabbia fine e sui sassetti bianchi e neri di innumerevoli e storiche calette, vorrebbero fare business infiniti. Già perchè la famigerata Bolkesten oltre a far danno agli ambulanti dei nostri mercati rionali, vorrebbe spianare i nostri lidi, rifare le concessioni e mettere il gara un esercito di speculatori. Certo non i nostri giovani con immaginarie start up, come vorrebbe far crederebbe qualche associazione ambientalista di casa nostra.

L’obiettivo è quello di dare una bella spazzolata al nostro turismo balneare dove operano 7.244 stabilimenti sul mare che fatturano circa 4 miliardi di euro l’anno, danno lavoro a 300mila lavoratori fissi o part time e soprattutto sviluppano un business complessivo valutato attorno ai 50 miliardi visto che coinvolge ristorazione, alberghi, servizi nautici e porti turistici. In mezzo, ovviamente ci sono i gestori, famosi come Briatore con Il Twiga, o Massimo Casanova con il Papeete dove imperversava Matteo Salvini, ma anche tanti, tantissimi piccoli stabilimenti a conduzione famigliare  che, negli anni, hanno investito tutti i loro risparmi. E che potrebbero essere costretti a demolire i loro bagni. Infine c’è la gente, o se preferite i bagnanti, che magari venerdì manco si sono accorti della serrata degli ombrelloni tra le 7,30 e le 9,30, ma ora sono preoccupati di perdere il punto di riferimento delle loro estati.

E forse è proprio a loro, oltre che al governo affinché combatta per prorogare le concessioni almeni fino al 2030, che i gestori si rivolgono per fare quadrato. Così il 19 e 26 agosto lo scioperino si ripete, mentre un pool di avvocati medita di far causa a alle lobby green di Bruxelles.

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