Cerca

Il Borghese

Doveva morire in Vaticano (ma come?)

I dubbi sulla morte di Francesco. Ma ai pontefici non si pratica l'autopsia

Doveva morire in Vaticano (ma come?)

Nessuna autopsia, perché ciò che vale per i comuni mortali non conta in Vaticano e mai si è fatta per la morte di un pontefice. Anche quando c'erano forti dubbi, come per Giovanni Paolo I. Ma se Papa Luciani era un uomo in forma, ancora giovane, Francesco era malato e aveva 88 anni. Ma nonostante questo, possiamo chiedere, con serenità, che cosa l’ha ucciso?

Papa Francesco si è svegliato verso le 6 del mattino, come sempre. Secondo quanto emerso da fonti vaticane, verso le 7 ha accusato un malore. Sono stati chiamati i medici, ma alle 7.35, il pontefice è morto. Circa due ore dopo, poco più, il Vaticano ha dato la notizia al mondo.

Un lasso di tempo ben più ampio di quanto accaduto con Giovanni Paolo II, la cui agonia veniva seguita da giorni, con lo sguardo del mondo fisso a quella finestra del Palazzo Apostolico e alla luce che si sarebbe spenta, dando il segnale.
A uccidere il pontefice non sarebbero state complicazioni legate alla polmonite bilaterale per cui era stato ricoverato, bensì un ictus.

Bergoglio era convalescente: era stato dimesso dall’ospedale lo scorso 23 marzo e i medici gli avevano consigliato il riposo. Ma lui aveva detto che non avrebbe rinunciato alla sua attività, non nell’Anno Giubilare. E così, ecco in poncho e sedia a rotelle in San Pietro. Poi altre “apparizioni”, saluti. Domenica mattina, ancora, l’incontro con il vicepresidente Usa, JD Vance, poi la partecipazione alla benedizione Urbi et Orbi. Il respiro più annoso, forse, una maggiore rigidità - c’era sempre qualcuno alle sue spalle a massaggiargliele -, ma tutto sommato, considerato quanto era andato vicino alla morte, sembrava in ripresa.

Dice il professor Roberto Tarquini, vicepresidente della Società italiana di medicina interna, che lo stress dell’ultimo mese potrebbe aver comportato un affaticamento fatale per un organismo fragile, con «impatto sull’apparato cardiovascolare e quello respiratorio».

In ospedale Bergoglio era rimasto 38 giorni: dapprima una bronchite mal curata, poi degenerata in polmonite bilaterale, pare di origine batterica. Le crisi respiratore, gli interventi per lo svuotamento dei polmoni, le cannule dell’ossigeno poi la ventilazione meccanica. E, dopo le dimissioni, la prescrizione di proseguire con l’ossigeno.

C’era - a parte Fabrizio Corona - parecchia gente che pensava non sarebbe uscito vivo dall’ospedale. E, nel caso, si sarebbe dimesso. La guerra per la successione, d’altra parte, era cominciata da molto tempo.

La fragilità polmonare del papa era nota: quando aveva 21 anni gli era stata asportata una parte di polmone, circostanza che aveva fatto dubitare il Conclave, nel 2013. Nel 2023 era già stato ricoverato per una infezione polmonare. Prima, nel 2021, aveva affrontato un intervento al colon. Sciatalgia e gonalgia al ginocchio lo avevano costretto da tempo sulla sedia a rotelle.

«Si è spento serenamente» lasciavano filtrare, ieri pomeriggio, i medici del Gemelli. Gli stessi che avevano consigliato riposo e di evitare il contatto con troppa gente. Ma al di là della “disobbedienza” di Francesco, è possibile che le sue condizioni fossero ancor più gravi di quanto svelato all’epoca delle dimissioni (e anche nelle fasi del ricovero). O ci sono stati errori terapeutici o diagnostici? Come detto, non si usa autopsia sui corpi dei Vicari di Cristo.

Ieri sera dal Vaticano è stato reso noto il certificato di morte firmato dal professor Andrea Arcangeli, direttore della Sanità del Vaticano: “Ictus cerebri, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile” dice la nota. In un “soggetto affetto da: pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica, Bronchiectasie multiple, Ipertensione arteriosa, Diabete tipo II”.

Ma è possibile che, tra il malore e la morte, non ci sia stato il pensiero o il tempo di un trasporto d’urgenza al Gemelli? O magari, anche per volontà stessa di Francesco, il decesso doveva avvenire in Vaticano? (Per quanto quel piano del Gemelli è considerato estensione del Soglio di Pietro).

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.