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Le ombre sul Pontificato
21 Aprile 2025 - 18:30
Papa Francesco ha compiuto 47 viaggi apostolici, dal giorno della sua elezione nel febbraio 2013. È tornato anche nell'astigiano, sua terra d'origine, ma mai in Argentina. Nella sua terra natia, dove pure vivevano ancora la sorella Maria Elena e i nipoti Jorge e Josè, non è mai tornato. Perché?
Bergoglio ha lasciato Buenos Aires di cui era arcivescovo nel febbraio 2013, con l'intenzione di tornarci a marzo, una volta concluso il conclave. Invece, da quel conclave, ecco emergere il Papa "venuto dalla fine del mondo".
C'è chi in questa scelta, questo distacco, vede ancora il dolore (e non solo) per quanto accaduto durante la dittatura militare e poi per rapporti politici non facili. Questi, in particolare, furono complessi con il presidente Mauricio Macri. E, adesso, anche con Javier Milei.
Il lungo e oscuro periodo di Videla, invece, è quello più complesso. Fra il 1973 e il 1979 Jorge Mario Bergoglio era superiore dei Gesuiti e, come tutta la Chiesa argentina, avrebbe avuto un rapporto oscuro con la dittatura militare. Anzi, alcuni membri del clero pare supportassero Videla.
Al momento dell'elezioni al soglio pontificio, dal governo argentino parlarono di Francesco come "capo spirituale dell'opposizione politica". Una analisi dell'epoca di Limes dice che "Bergoglio ha guadagnato la stima dei leader del movimento per i diritti umani, come Alicia de Oliveira, e il rispetto delle madri di Plaza de Mayo, molto severe nei confronti della gerarchia cattolica. Il papa non si è mai piegato ai caudillos, militari o politici, che si sono alternati alla guida dell'Argentina, prendendo sempre le difese dei più deboli e perseguitati. Pessimi i rapporti con i presidenti Menem e Duhalde, prudenti con De la Rua, di reciproca insofferenza con i Kirchner".
Però resta l'episodio del 23 maggio 1976, quando i militari della maringa argentina compiono una retata in una baraccopoli di Buenos Aires e arrestano, tra gli altri, i gesuiti Orlando Virgilio Yorio e Francisco Jalics. Il giorno dopo, i prigionieri sono rilasciati, ma non i due gesuiti imprigionati e torturati fino al 26 ottobre, quando arriva la liberazione per l'intervento del Vaticano.
Perché Bergoglio non intervenne? Anche se incontrò Videla per chiedere la liberazione dei due. Una tesi che contrastava con quella "diffamatoria" diffusa all'epoca, che voleva Bergoglio addirittura come mandante del sequestro. Subito dopo l'elezione al soglio di Pietro circolava una immagine di Videla che riceveva la comunione, "da Bergoglio" si diceva. La didascalia nell'archivio da cui proveniva l'immagine, però, non identificava il sacerdote di spalle (apparentemente più anziano dell'allora 54enne Bergoglio) e chiariva che si trattava del periodo in cui Videla era stato deposto.
Francesco da pontefice ha più volte espresso "dolore" per quegli anni. Ma, misteriosamente, non ha mai più voluto tornare in patria una volta assunta la guida del Vaticano.
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