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Il Borghese

Torino, la rivoluzione della Rotonda Maroncelli arriva (forse) con l'AI

L'ingresso in città, anche per chi arriva al Salone, fra ingorghi e file chilometriche

Torino, la rivoluzione della Rotonda Maroncelli arriva (forse) con l'AI

Chi oggi verrà a Torino per il Salone del Libro, e avrà la ventura di arrivare dalla Liguria o da Piacenza, finirà inevitabilmente nel cuore della rotonda Maroncelli, drammatica intersezione di corso Trieste, corso Unità d’Italia e corso Maroncelli. Come a dire, ingorgo sicuro! (oltre al “piacere” per chi non è mai stato a Torino di avere come benvenuto il rudere del Palazzo del Lavoro).

Negli orari sbagliati, in entrata o in uscita dalla città, questa rotonda garantisce file chilometriche. Meno famigerata di piazza Baldissera (auguri per chi viene al Salone da nord) ma altrettanto perniciosa, questa rotonda è chiaramente un fallimento viario e progettistico. Ora, in Comune, pare abbiano fatto i primi passi se non per risolvere, almeno per capirci qualcosa.
Il Comune infatti intende candidare la rotonda Maroncelli per un progetto di studio già finanziato al 100% nell’ambito della collaborazione HD Motion coordinato da CIM4.0 che, «con l’utilizzo di nuove tecnologie, possa fornire un quadro complessivo di analisi sul quale elaborare i futuri scenari di intervento».

In pratica, gli esperti - certamente con l’impiego di modelli di AI - creeranno “un gemello digitale” della rotonda, effettueranno una simulazione dei flussi di traffico utilizzando dati raccolti da sensori. A quel punto si parlerà di definire «nuovi scenari viabilistici e infrastrutturali alternativi». Ossia? Un semaforo? Oppure un sottopasso, per cui però risulterebbe difficile trovare i fondi nell’immediato?

Probabile che, alla fine, si replicherà il modello di piazza Baldissera. Poi, toccherà - visto che siamo sempre in tema di viabilità nei pressi del Salone - capire come sistemare via Nizza che, grazie alle ciclabili dei 5 Stelle, deve far passare ciò che prima stava in due corsie per senso di marcia, in una sola. Qui, non basta neppure l’AI.

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