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Il Borghese
04 Giugno 2025 - 05:50
Quando la Fiat produceva la 128, i tedeschi di Volkswagen ne comprarono una e la smontarono e rimontarono e rismontarono per capirne tutti i segreti. E alla fine si rivolsero a Giorgetto Giugiaro per avere qualcosa di simile: ebbero la Golf. Oggi, gli stessi tedeschi, più che un designer, vogliono un tagliatore di teste in stile Made in Italy (o quasi).
Un’amara parabola dell’industria automotive, crollata sotto i colpi della corsa all’elettrificazione che non si è mutata nel business dorato che qualcuno immaginava, ben rappresentata dalle drastiche (ma «socialmente accettabili» come dicono da Wolfsburg) decisioni proprio di Volkswagen che ha avviato un piano per tagliare un quarto della sua intera forza lavoro. Roba che, da queste parti, anche il piano di tagli della Stellantis di Carlos Tavares impallidisce.
Da Stellantis, i tedeschi mutuano il metodo: niente licenziamenti, ma inviti alle dimissioni, con sostanziosi assegni. Se a Torino aveva fatto scalpore qualche offerta fino a 100mila euro, in Germania sono arrivati a 400mila euro per convincere un impiegato a dimettersi. Parliamo di lavoratori nati a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70... Non proprio vicinissimi alla pensione.
In compenso, del design italiano in Germania non sanno più che farsene, considerando che la Italdesign ex Giugiaro è il primo asset tricolore in vendita. Per fortuna piace ancora Lamborghini, che come la Ferrari continua a macinare utili record, luxury più che automotive. E poi c’è Ducati... Che sarebbe una bella carta per una facile monetizzazione per Audi.
Nel frattempo il mercato emette i suoi verdetti: a maggio, in Italia, le immatricolazioni hanno registrato ancora un segno negativo rispetto al 2024 (anche se solo dello 0,16%). Per Stellantis un triste -8%, ma la solita Fiat Panda in testa alle vendite e la Jeep Avenger al secondo. I tedeschi, più indietro. Almeno questo...
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