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Il Borghese
05 Luglio 2025 - 05:50
Lungo la catena di montaggio di Mirafiori sfilano le Fiat 500 elettriche intervallate da qualche Ibrida, al momento in fase di preproduzione. Le Carrozzerie lavorano a pieno ritmo, o quasi. Ci sono addirittura diverse Maserati pronte per la spedizione. Olivier Francois, ceo di di Fiat, che ci accompagna in questo tour vuole sottolineare l’importanza della Fiat 500 Ibrida: «Tutta la visione di Sergio Marchionne, e mia - dice - era il ruolo sociale di Fiat, l'importanza di fare macchine per la gente vera. Dunque, ora si apre un nuovo capitolo: quella della 500 pragmatica. Il capitolo della ritrovata rilevanza».
E, si spera, della piena occupazione per Mirafiori. Nell’incontro con i giornalisti, Francois ha detto che calerà la cassa integrazione. Che addirittura Mirafiori avrà bisogno del secondo turno di lavoro, per far fronte a una produzione di 100.000 vetture l’anno, a regime.
Olivier Francois, significa che ci saranno assunzioni? Anche perché in queste settimane a Mirafiori ci saranno delle uscite (circa 610 lavoratori, su base volontaria, con i primi a luglio), un ricambio generazionale. Si può fare qualche numero?
«Questo vedremo. Oggi parliamo del prodotto. Ma so per certo è che la cassa integrazione scenderà in maniera importante, poiché aggiungi 100.000 auto in media annua a quelle che già vendiamo. Perché non vogliamo rinunciare a fare le elettriche. Anzi, nel 2027 si riparte alla grande. L’obiettivo è tornare a fare numeri importanti a Mirafiori». Mirafiori dove, però, si perderà Maserati, che si ipotizza possa tornare a essere prodotta solo a Modena. «Lì bisogna chiedere al mio collega di Maserati», ossia Jean Philippe Imparato (che a Mirafiori ha il suo ufficio da capo di Europe Enlarged, ma assente ieri, dopo aver parlato di rischio chiusura fabbriche se l’Europa non cambierà le regole...).
Il 2027 è l’anno della fase 2, quella della Fiat 500e equipaggiata di nuove batterie, prodotte da Stellantis (con una nuova tecnologia, rispetto al modello attuale) nella gigafactory in Spagna. Poi, nel 2030, come da parole del ceo Antonio Filosa, arriverà la nuova 500. Oltre cinque anni, con l’attuale estetica non proprio nuovissima, non è un ciclo di vita troppo lungo? O ci sarà un restyling? «No, nessun restyiling. Anzi, devo dire che a me la 500 piace moltissimo così com’è. Ci saranno aggiornamenti tecnologici, quello sì». E sarà un’auto più economica? «Sì, perché la batteria costa molto meno, adesso. Potremo tenere il prezzo attorno ai 20.000 euro».
La Fiat 500 Ibrida era stata annunciata, ai tempi, già da Tavares. «Io avrei voluto farla da prima, ma sbattevo contro un muro», dice Francois. Il muro, che ancora non è crollato, rappresentato dalle normative europee sulle emissioni: ogni motore endotermico prodotto, infatti, frena il raggiungimento dei target, per i quali servirebbe solo un boom autentico del mercato elettrico, cosa che per la 500 non è accaduta. «Adesso abbiamo la possibilità di fare la Ibrida, di accontentare i clienti, ma quel muro c’è ancora», con in cima la Spada di Damocle delle multe miliardarie per i produttori. In questo periodo ci si chiede, anche guardando i dati di mercato, se la Stellantis di Filosa abbandonerà completamente l’elettrico, a favore dell’ibrido. Per Francois «l’importante è avere questo prodotto che possiamo fare in due versioni. Cosa mettiamo sotto il cofano, lo possiamo decidere dopo». E nel 2027 quindi la Fiat 500 sarà sia elettrica sia ibrida, soltanto elettrica o soltanto ibrida? «Vediamo come evolveranno le cose. Per ora possiamo dire che sarà sia elettrica sia ibrida. Oppure, soltanto elettrica». San Mercato, assistici tu.
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