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Il Borghese

Ecco perché ci manca la Fiat 500 (e se ne accorge pure Stellantis)

Il mercato italiano chiede autovetture a basso costo. E i cinesi ora si fanno concorrenza fra loro

Ecco perché ci manca la Fiat 500 (e se ne accorge pure Stellantis)

Adesso lo scopre anche Stellantis: ci manca la Fiat 500. Quella con il caro vecchio motore termico, che veniva prodotta in Polonia. Lo si legge nelle note sulle consegne di veicoli nel 2024, con un calo in Europa di circa il 6% rispetto al 2023: «I confronti con l’anno precedente sono influenzati dalla pausa della Fiat 500 con motore a combustione interna in attesa dell’arrivo del suo successore mild-hybrid».

La produzione in Polonia, infatti, è finita esattamente un anno fa. E quei numeri pesano. Se ne sono accorti anche per Lancia, in fondo: senza la Ypsilon, con la sua erede - bellissima - ibrida o elettrica, il brand ha registrato un -70%. Ciò che doveva rimpiazzare la 500 (che in realtà continua a vivere in Algeria, a Orano), ossia l’elettrica, è crollata con la fine degli incentivi. L’Ibrida sta arrivando e sarebbe facile, con il senno di poi, dire che si sarebbe potuta prevedere da subito.

La vocazione di Tavares al Green Deal forse è stata fatale, ma ora Stellantis paga quel cambio di rotta, quella situazione intermedia nei mesi senza un ceo, con la gestione guidata da John Elkann basata sui rattoppi del piano Tavares, le ricuciture dei rapporti con la politica. Nel calderone, anche le pause forzate agli stabilimenti in Canada, per via dei dazi USA (per inciso: Trump definisce Elkann «il mio amico», intanto la sua politica costerà circa 1,5 miliardi a Stellantis) e via dicendo.

Il caso 500 è esemplare anche delle richieste del mercato italiano (dove non a caso domina la Pandina): auto piccole, a costi contenuti. Su cui i produttori hanno margini minimi di guadagno, però. Per questo arriva l’offensiva cinese, dove ogni produttore dalla campagna prezzi aggressiva si trova, dopo poco, scavalcato da un rivale ancora più economico. Se ne sono accorti anche in BYD.

Il fatto è che soldi non ce ne sono, per comprare auto di fascia media che costano come ammiraglie. Vediamo se, con il salto dei dividendi, gli azionisti Stellantis lo capiranno. A meno che, per salvare questi, Filosa non sia obbligato a fare ciò che dicono gli analisti: tagliare. E non i prezzi.

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