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La crisi dell'ex Fiat

Stellantis, i conti del semestre: ecco perché pesano dazi, tagli (e le scelte di Elkann)

Perdita secca di 2,3 miliardi e -25% delle consegne in Nord America. Il tonfo in Borsa

Stellantis, le scelte  di Elkann costano 3,3 miliardi (e rimpiange la vecchia Fiat 500)

Un secco -2,24% e il titolo a 7,74 euro (attorno alle 12 di oggi lunedì 21 luglio 2025) a Piazza Affari. È questo il primo effetto della pubblicazione, un po' a sorpresa, dei dati semestrali di Stellantis. Dati preliminari e non ancora sottoposti a revisione contabile, con ricavi e consegne, tutti peggio di come li prospettavano gli analisti. E una guidance sospesa già da aprile. Ecco i numeri.

Nel primo semestre 2025 i ricavi di Stellantis sono di 74,3 miliardi di euro, con una perdita secca di 2,3 miliardi e un free cash flow industriale a -3 miliardi. Il risultato operativo rettificato è però positivo per mezzo miliardo di euro. Spiegano da Stellantis che, con la sospensione della guidance, "le previsioni degli analisti finanziari costituiscono attualmente il parametro principale per le aspettative dei mercati. Il fine della divulgazione dei seguenti dati finanziari preliminari relativi al primo semestre 2025 è di colmare la differenza tra le previsioni degli analisti e la performance dell’Azienda per il periodo".

Stellantis paga care le scelte strategiche, i cambiamenti di rotta (pur necessari) sotto la guida del comitato esecutivo presieduto da John Elkann, dopo le dimissioni di Carlos Tavares e in attesa della nomina del nuovo ceo Antonio Filosa. La cancellazione di programmi (i modelli Maserati, per esempio, o lo sviluppo dei veicoli commerciali a idrogeno), e la svalutazione di piattaforme pesano per 3,3 miliardi di euro, soldi "esclusi dall’utile operativo rettificato in linea con la definizione di AOI della società".

Stellantis adduce i soliti "costi industriali più elevanti" e "variazioni dei tassi di cambio", ma soprattutto 300 milioni di dollari di perdite a causa dei dazi netti degli USA e "la perdita di produzione già programmata legata all’attuazione del piano di risposta dell'azienda".

Per quanto riguarda le consegne, nel trimestre chiuso il 30 giugno 2025, sono state stimate in 1,4 milioni di unità, con un calo del 6% rispetto all’anno precedente. I motivi? Lo stop a parte della produzione negli stabilimenti colpiti dai dazi (Canada soprattutto), e infatti nel Nord America le consegne sono diminuite di 109mila unità rispetto al medesimo periodo del 2024 e con un calo del 25% su base annua; poi, sempre per i cambi di rotta, "un impatto ridotto, ma negativo, della transizione dei prodotti nell‘Europa allargata, dove diversi importanti modelli sono in fase di accelerazione dopo i recenti lanci, oppure in attesa di avvii di produzione previsti per la seconda metà del 2025". In Europa le consegne sono diminuite di 50mila unità, un calo del 6%.  Inoltre, "i confronti con l’anno precedente sono influenzati dalla pausa della Fiat 500 con motore a combustione interna in attesa dell’arrivo del suo successore mild-hybrid".

Stellantis cresce, in compenso del 30% in Medio Oriente e Africa e del 20% in Sud America. Nella giornata di oggi, il cfo Doug Osterman terrà una call con gli analisti per illustrare le cause delle perdite e il piano per la risalita, in ragione di previsioni aziendali di una "ripresa nel secondo semestre". 

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