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Iveco-Tata, si può fare? C'è il precedente di Fiat (con Marchionne)

Gli indiani pronti a comprare da Exor, mentre il ministro Urso convoca i sindacati

Iveco-Tata, si può fare? C'è il precedente di Fiat (con Marchionne)

Iveco agli indiani di Tata. E il ministro Urso (non si sa bene perché, come vedremo) ha convocato i sindacati, preoccupati all'idea di questa cessione. Vediamo, però, cos'è il gruppo Tata e scopriamo un precedente: una società con Fiat per produrre auto e suv.

La notizia della possibile cessione di Iveco è stata lanciata venerdì dalla Reuters: come vi abbiamo riferito noi, potrebbe configurarsi un vero e proprio "spezzatino" in casa Exor, azionista di riferimento. Ossia, la holding guidata da John Elkann intende cedere la divisione Difesa (alla joint venture Leonardo-Rehinemetall per 1,9 miliardi di euro, probabilmente) scorporandola da Iveco, per cui ci sarebbe l'interesse di Tata.

Tata Motors viene fondata nel 1945, come nuova divisione di una industria di locomotive della famiglia Jamshetji Tata. Al momento il gruppo - che spazia dalle auto all'acciaio al controllo di hotel e media - conta qualcosa come 600mila dipendenti e un fatturato oltre i 100 miliardi di dollari. Controlla i brand Daewoo ma soprattutto Jaguar e Land Rover

Nel 2007 era stata creata una joint venture con Fiat, per dare vita a Fca India Automobiles. Partendo dalla Fiat Premier Lines, che commercializzava dalla 1.100 alla 850 alla Uno, con Sergio Marchionne la Fiat tentava lo sbarco nei mercati emergenti. Nello stabilimento di Ranjangaon, nello stato indiano di Maharashtra, venivano assemblate la Fiat Palio ma soprattutto la Fiat Grande Punto e la Fiat Linea (ossia la Grande Punto con l'aggiunta del terzo volume, come una Duna moderna), nonché i motori Fire 1.2 e 1.4 e i multijet 1.3 e successivamente 1.9. 

Nel giro di pochi anni, anche per la difficoltà di sfondare con quelle auto sul mercato locale, la società ha cambiato volto e strategie, ma è rimasto l'accordo per la fornitura dei motori multijet per i suv di Tata. Fca e successivamente Stellantis hanno usato la sussidiaria indiana per la produzione di veicoli Jeep.

Quindi, la collaborazione esiste e resiste e non deve stupire che il gruppo possa avviare una trattativa con Exor (Iveco, pur non essendo Stellantis, è comunque controllata come dicevano da Exor) per allargarsi al business dei camion e dei bus. Mentre a Exor non dispiacerebbe monetizzare ulteriormente, considerando che la società - che in Italia ha 14mila dipendenti e diversi stabilimenti, come quello di Torino - è sicuramente in salute ma avverte la necessità di aumentare l'efficienza operativa (leggi: tagliare).

La notizia ha creato scompiglio in Italia (e in Borsa: oltre +8% a Piazza Affari in un paio d'ore), con i sindacati che hanno invocato l'intervento il ministro. Il quale, da domani lunedì 21 luglio, ha in programma la convocazione dei rappresentanti dei lavoratori ma non è ben chiaro a quale scopo. Sia Exor sia Tata non hanno commentato i rumors e l'accordo sarebbe tutto da esaminare: inoltre, ben difficilmente si potrebbe invocare il Golden Power per i truck, mentre la divisione Difesa IDV viene comodamente ceduta a una joint venture di cui fa parte una società controllata dal ministero della Difesa.

Stay tuned, ne parleremo ancora.

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