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Automotive
17 Luglio 2025 - 21:22
Stellantis (sempre più) punta sul Marocco. E l'indotto piemontese e italiano la seguirà? È questo lo scenario, ancora sottotraccia, che si sta manifestando dopo l'annuncio dell'investimento da 1 miliardo e 200 milioni del Gruppo a Kenitra, in Marocco, con oltre 700 milioni destinati al rafforzamento della filiera produttiva, attirando anche nuove realtà. E i primi a essere "invitati" sono quei fornitori italiani che già lavorano per alcuni modelli, fra cui la Fiat Grande Panda, al momento prodotta in Serbia e destinata anche a Kenitra. E Carlo Calenda va all'attacco: "John Elkann ci spieghi questa presa in giro".
Lo stabilimento di Kenitra è stato inaugurato nel 2019 come Peugeot. Dopo la fusione Psa-Fca, nel corso del tempo, sotto Tavares, si è però rafforzato come Fiat per via della Topolino, qui prodotta assieme a Citroen Ami, Ope Rocks-e e alla Peugeot 208 e ai motori ibridi. Ora, la produzione si arricchirà di un altro veicolo elettrico, un triciclo che ricorda molto la storica Ape Piaggio, ma soprattutto si punta a espandere la produzione automobilistica.
A fare i conti è Samir Cherfan, coo per Middle East & Africa di Stellantis: "Ci saranno 535mila veicoli l'anno, 204mila stazioni di ricarica, 70mila quadricicli elettrici, 6 miliardi di euro di approvvigionamento locale". E, soprattutto 3.100 nuove assunzioni. Con il piano di raddoppiare la produzione, portandola a un milione di veicoli, entro il 2030.
Tra le novità, annunciate all'inaugurazione dell'espansione dello stabilimento, l'avvio della produzione di motori MHEV (veicoli elettrici ibridi leggeri), iniziato a maggio, con un'intenzione di raggiungere le 350.000 unità all'anno. Una seconda fase è prevista per novembre 2026. Nel frattempo, la produzione di veicoli per la micro-mobilità, tra cui Citroën Ami, Opel Rocks-e e Fiat Topolino, è stata aumentata a gennaio a 70.000 unità all'anno. Tale numero aumenterà ulteriormente con l'aggiunta di veicoli elettrici a tre ruote progettati localmente, la cui produzione inizierà a luglio.
L'interrogativo, ora, riguarda la filiera. A fornitori della zona di Cassino, per esempio, già nei mesi scorsi, erano arrivati "inviti" a delocalizzare, aprendo veri e propri stabilimento usufruendo sia dell'aiuto finanziario del Gruppo, sia di quello del piano Investment Charter di re Mohammed VI, che punta a fare del Marocco un hub della mobilità sostenibile in Africa. Con Stellantis che assumerebbe un ruolo di primissimo piano, pontando contare anche sulla sua produzione in Algeria, dove ci sono Fiat 500 (quella vecchia, con motore termico) e Fiat Doblò.
Prime reazioni, ovviamente, dalla politica. In testa, Carlo Calenda (Azione): "Occorre fare tre cose - ha detto -. Varare provvedimenti su energia e industria 4.0; chiamare Elkann e chiedergli conto dell'ennesima presa per i fondelli; mandare Urso a casa". Il punto sul ministro, riguarda il presunto accordo con l'allora ceo Carlos Tavares per la produzione (disattesa) di un milione di veicoli in Italia: "Ha capito male, il milione di veicoli era in Marocco".
A seguire, ecco la Lega: "Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa e assumere lavoratori in Marocco, quando per decenni l'azienda ha volentieri goduto di denaro elargito dalle casse pubbliche italiane".
Per il Gruppo, c'è poi attesa per la giornata di domani, venerdì 18 luglio 2025, per l'assemblea straordinaria in cui il ceo Antonio Filosa, che verrà ufficialmente nominato, presenterà i conti preliminari del semestre con i dati delle consegne. E sarà il primo momento in cui potrà trapelare qualche indicazione sulla nuova guidance.
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