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Il Borghese

Cosa aspettate a fermarli?

Il festival Alta Felicità "copertura" dei violenti che tirano bombe. Il pericolo è stato sottovalutato

Violenza No Tav: chi ha sottovalutato il rischio?

Venite venite al festival Alta Felicità: musica, cibo e gita premio a devastare il cantiere e rischiare la pelle (degli altri). Poi tutti in tenda a gloriarsi, indisturbati.

Già l’anno scorso era finita a pietrate e scontri con le forze dell’ordine, con un bilancio di alcuni feriti: la seconda giornata del Festival Alta Felicità è ormai tradizionalmente il momento dei disordini. Solito corteo che si traveste di pacifismo mettendo davanti ragazzi, anziani e bambini (tipo scudi umani), aggiungendo le bandiere della Palestina, poi lo scatto: quelli arrivati solo per fare danni (e che ben poco gli frega della Valsusa) si staccano, colgono di sorpresa (o almeno vogliamo pensare che non siano lasciati liberi di agire secondo la logica del minor danno) le forze dell’ordine e danno inizio alle battaglie.

Ma per qualcuno (anche e soprattutto nei giornaloni) questo è un colorato festival con grande musica: sì, fra improbabili rivoluzionari e vecchie glorie bollite, in attesa di qualche discorso incendiario buono per i ribelli in Birkenstock. Se accadesse una cosa simile durante, che so, un derby di campionato, si bloccherebbe l’accesso ai tifosi “ospiti”, si sorveglierebbero i treni e tutto quello che sappiamo. Di certo non si lascerebbe attuare un presidio di hooligans preannunciato da mesi...

Per i No Tav no, sia mai. Gli si concede, di fatto, sempre il momento di “ribellione”, di attacchi più o meno mirati. Quella porzione di cantiere, per esempio, perché non era sorvegliata, se non dalla polizia almeno da qualche vigilante pagato da Telt? Bagni chimici in fiamme (geniali gli ambientalisti: bruciano sostanze chimiche) e baracche per gli uffici e gli operai (ossia i lavoratori) distrutte. E l’autostrada: ipotizzare che vadano anche lì, mettendo ovviamente a rischio la vita delle persone, non è scienza missilistica... 

Dal Comune di Susa dicono che la manifestazione «non era autorizzata e annunciata». Al tavolo settimanale per la sicurezza in prefettura, allora, di che si parla? Magari si è sottovalutato qualcosa? Da ambienti investigativi venerdì c’era chi diceva «non hanno i numeri». Bastano pochi individui per fare danni, se si mescolano tra una folla convinta che agli incappucciati freghi qualcosa della loro battaglia. E dalla Val di Susa si arriva alla minaccia per Milano-Cortina.

E se il Governo tuona «questa è guerriglia», facile che debba chiederne conto ai suoi rappresentanti sul territorio, dalla Prefettura alla Questura. Facciamo così: come si chiudono i bar con troppi delinquenti fra gli avventori, allo stesso modo chi di dovere sgombera quell’insediamento. Oppure, sgombera lui. Sarebbe giusto, no? Se ne riparla il prossimo anno, mi sa.

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