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Il Borghese
05 Settembre 2025 - 05:50
Chi sarà Armani dopo... Giorgio Armani? Il re della moda Made in Italy se n’è andato a 91 anni, lasciando dietro di sé un patrimonio di enorme valore. Non solo il suo personale, circa 13 miliardi di euro che lo collocavano al quarto posto nella classifica dei Paperoni italiani (ora la posizione passa a Paolo Ardoino, ceo di Tether e socio “indesiderato” di John Elkann nella Juve, guarda caso griffata Armani), ma quello rappresentato dal valore del brand, dell’azienda; nonché l’eredità spirituale e stilistica. Dunque, cosa accadrà?
Abbiamo ascoltato il parere di Gabriel Debach, market analyst di eToro, sul futuro della Giorgio Armani SpA. Per lui «la doppia eredità di Re Giorgio è un marchio diventato istituzione e un patrimonio imprenditoriale che ora dovrà vivere oltre il suo creatore».
Partiamo dalla successione, in attesa di conoscere il contenuto preciso del suo testamento: Armani in vita aveva detto di aver preparato la successione tramite la fondazione che porta il suo nome. «Dal punto di vista finanziario - spiega Debach -, il gruppo ha generato nel 2024 2,3 miliardi di ricavi e circa 398 milioni di EBITDA. Applicando i multipli medi del settore (2,8x i ricavi o 11,7x l’EBITDA) la valutazione sarebbe di 4-6 miliardi di euro. Ma Armani non è un brand medio: guardando ai multipli premium di Prada, Dior, Hermès, Brunello Cucinelli, Moncler e Kering, il valore si colloca piuttosto tra 6 e 12 miliardi. È il premio che il mercato riconosce a un asset raro e contendibile».
Ma come dicevamo, «il nodo centrale è “chi sarà Armani dopo Armani”. Il rischio principale resta creativo: Armani incarnava in sé proprietà, visione e stile. Nessuna governance potrà sostituire il carisma di Re Giorgio». La chiave dunque è la transizione: «Se l’esecuzione sarà all’altezza, Armani non diventerà soltanto un trofeo conteso dai conglomerati del lusso (stranieri, soprattutto, ndr), ma resterà un’istituzione capace di dettare regole e stile anche nei prossimi decenni».
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