l'editoriale
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01 Aprile 2016 - 00:00
A quattro anni e mezzo dalla demolizione dei vecchi locali dell'ex complesso Alfa Romeo di via Botticelli, sono degrado e abbandono a persistere su un'area che necessiterebbe davvero di una riqualificazione. Operai al lavoro non se ne vedono da un pezzo. Nell'area di cantiere c'è spazio solo per le macerie mentre dei progetti non si sa più nulla. L'area è infestata dai cani randagi e solo un cancello, messo su richiesta della circoscrizione Sei e del Comune di Torino, sta tenendo lontani gli usuali scaricatori di rifiuti.
A farla da padroni sono anche gli atti vandalici, a cominciare da quelle lamiere piegate in due. Il segno del passaggio di qualche disperato in cerca di ripari che oggi non ci sono più. A preoccupare il quartiere non è solo il brusco stop di un'at tesa riconversione ma anche il via vai delle prostitute e di qualche sbandato. «In passato hanno fatto scomparire anche le grate - ricorda uno dei residenti che ha messo le firme sull'ennesimo esposto di protesta -. Alla faccia della costruzione del supermercato o di quel parco che ci è stato promesso cinque anni fa».
Nel punto in cui dovevano sorgere una serie di edifici residenziali, oggi, resiste il vuoto. Nel vero senso della parola. Tra piazza Derna e via Ramazzini, dal parco Stura fino a strada Basse di Stura, non c'è traccia di piazze e strade nuove. O di quella cospicua ristrutturazione urbanistica di 17mila metri quadri con attività private e nuovi insediamenti. Inclusi verde e parcheggi.
Il progetto integrativo prevedeva anche la nascita di una pista ciclopedonale a doppio senso di marcia e la risistemazione della viabilità esistente con la realizzazione di un nodo viario alternativo in grado di collegare via Mercadante con corso Giulio Cesare. «Ma le parole non si sono mai trasformate in fatti - attacca Enrico Scagliotti, capogruppo della Lega Nord -. L'ennesimo, disperato, appello dei residenti rischia di cadere ancora nel vuoto. E l'Alfa Romeo di fare la fine delle ex Ogm, fabbriche lasciate ad un destino crudele».
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