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Esteri
10 Maggio 2025 - 10:55
Trump
È destinata a far discutere la nuova mossa commerciale del presidente Donald Trump: dazi del 100% sulle celebri Barbie della Mattel, mentre vengono graziate le auto extra lusso importate dal Regno Unito. Una decisione che solleva interrogativi non solo economici, ma anche politici e culturali.
Durante una conferenza tenuta nello Studio Ovale, Trump ha illustrato il primo accordo commerciale della sua nuova amministrazione, firmato con Londra, che prevede una riduzione delle tariffe doganali per i primi 100.000 veicoli britannici importati ogni anno. Nella lista dei beneficiari figurano marchi iconici come Rolls-Royce, Bentley, Jaguar, Aston Martin, Land Rover e Mini.
“Non chiederò mai a questi marchi di costruire in America. Sono auto speciali, fatte a mano”, ha affermato il presidente, lodando l'artigianalità e la tradizione delle case automobilistiche inglesi. Le nuove tariffe agevolate, tuttavia, si applicano solo a un segmento di mercato riservato a pochi, con un prezzo medio per veicolo che supera i 135.000 dollari, secondo i dati del Dipartimento del Commercio USA.
In netto contrasto con la protezione garantita al lusso automobilistico, Trump ha lanciato un duro attacco contro la Mattel, colosso dei giocattoli noto per le Barbie e le Hot Wheels. Il motivo? L’azienda ha dichiarato l’impossibilità di trasferire la produzione negli Stati Uniti mantenendo prezzi accessibili per i consumatori.
La risposta del presidente è stata immediata e perentoria: “Applicheremo un dazio del 100% sui suoi giocattoli e non ne venderà nemmeno uno negli Stati Uniti, il loro mercato principale”. Trump ha anche criticato apertamente l’amministratore delegato della Mattel, Ynon Kreiz, affermando di “non volerlo come dirigente troppo a lungo”.
La scelta di colpire una delle aziende simbolo dell'infanzia americana non è passata inosservata. La CNN evidenzia come nessun altro bene di consumo abbia ricevuto esenzioni dai dazi nel nuovo quadro commerciale con il Regno Unito. L’economista Justin Wolfers ha ironizzato: “Abbiamo reso più economico importare Rolls-Royce e Bentley, ma più difficile comprare una Barbie”.
Secondo Mattel, la misura comporterebbe inevitabilmente un aumento dei prezzi dei giocattoli per le famiglie americane. Un effetto che colpirebbe soprattutto le fasce medie, già sotto pressione per l’inflazione.
Mentre l’accordo con Londra favorisce prodotti destinati a una nicchia d’élite, il dazio sulle Barbie rischia di impattare sulla vita quotidiana di milioni di famiglie. I critici parlano di una strategia sbilanciata, che privilegia l’immagine del lusso a scapito dell’accessibilità dei beni di largo consumo.
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