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10 Maggio 2022 - 08:31
Da «opera rivoluzionaria, innovativa, futuristica» a «opera da ripensare totalmente». O, per meglio dire, da non realizzare più.
Si potrebbe riassumere così il futuro dell’area che avrebbe dovuto ospitare il “Caselle Open Mall”, la mega shopville a cielo aperto - la più grande d’Italia - nelle vicinanze dell’aeroporto di Torino-Caselle, nelle ormai famose «Aree Ata». Avrebbe, perché ora è tutto in fase di discussione. La società che doveva dare vita al polo commerciale, la Aedes Siiq, ha inviato una lettera in municipio per rendere nota la volontà di rinunciare ai titoli edilizi per realizzare l’opera.
Opera che, a quest’ora, sarebbe dovuta essere ad un passo dalla conclusione, visto che l’ultimo cronoprogramma la dava terminata entro la fine del 2023. Invece, lo scorso 6 maggio, ecco la retromarcia con una spiegazione: «In attesa di una ridefinizione e aggiornamento del progetto».
Niente più shopville, quindi, con negozi, aree ristorazione, intrattenimenti, il National Geographic e un supermercato. Dopo 18 anni di annunci spaziali, ricorsi, carte bollate, crisi economica e pandemia, ecco la fine di tutto.
Ma cosa accadrà adesso? La voce è che Aedes Siiq stia pensando a un polo logistico, mettendo per sempre fine al progetto originario, ormai fuori mercato, vista la crisi del settore retail.
«Prendiamo atto della comunicazione di Aedes Siiq con rammarico e dispiacere - commenta il sindaco Luca Baracco - ma è anche il segnale di grande responsabilità. Si tratta in realtà di un congelamento del progetto per meglio attualizzarlo, vista la crisi del settore retail e, al contempo, la crisi economica e la pandemia. La società parla di rivisitazione del possibile diverso utilizzo commerciale delle aree in coerenza con i trend del mercato immobiliare, facendo così intendere come lo sviluppo di queste aree non si sia fermato ma richieda una nuova progettazione, più contestualizzata. La futura amministrazione comunale dovrà proseguire nel dialogo con la società, per un progetto che risponda in toto alle esigenze attuali e che tuteli l’interesse pubblico e che porti ad una importante ricaduta, occupazionale ed economica, per il territorio».
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