l'editoriale
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11 Maggio 2022 - 08:00
Heidi alla grande e caotica città di Francoforte aveva preferito la calma della montagna incontaminata. A distanza di più di un secolo dalla pubblicazione del romanzo di Johanna Spyri, in Piemonte 302 famiglie si apprestano a seguire le orme della pastorella più famosa del mondo, lasciando le loro abitazioni “cittadine” per trasferirsi in montagna.
Un sogno che diventa realtà dopo l’approvazione definitiva del bando della Regione che offre incentivi per chi sceglie di trasferirsi da una città italiana in uno dei piccoli comuni delle montagne piemontesi. Al bando, la cui scadenza era il 15 dicembre 2021, erano pervenute in totale 571 domande e di queste gli uffici della direzione Ambiente, Energia e Territorio, ne hanno giudicati ammissibili al finanziamento 302, che si spartiranno oltre 10 milioni di euro. «Un grande successo - per il presidente della Regione, Alberto Cirio e per il vicepresidente ed assessore alla Montagna, Fabio Carosso - con una forte adesione da parte dei cittadini non solo del Piemonte ma anche di altre regioni confinanti come la Lombardia e la Liguria: richieste sono arrivate anche da Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Sardegna, Puglia, Calabria, Sicilia ed Abruzzo». Il vicepresidente sottolinea che «chi ha presentato la domanda ha colto lo spirito dell’iniziativa introdotta dalla Regione per contrastare lo spopolamento delle vallate alpine e per agevolare le persone o le famiglie alla ricerca di una vita dai ritmi più lenti, a contatto con la natura, in cui magari iniziare una nuova attività o continuare il proprio lavoro in smart».
I 302 novelli Heidi riceveranno un contributo che varia da un minimo di 10mila a un massimo di 40mila euro. 79 delle domande ammesse riguardano la provincia di Cuneo, 42 Biella, 25 Alessandria, 21 Vco, 11 Vercelli, 5 Novara, 3 Asti. La più gettonata però è la provincia di Torino, con 116 domande suddivise tra 66 Comuni. La maggior parte delle domande ammesse arrivano da cittadini del Piemonte (249), seguiti da Lombardia (38) e Liguria (10). Come prevedibile, sono soprattutto i giovani ad accettare la scommessa di una nuova vita: la maggior parte dei richiedenti ammessi è nata nella fascia di anni tra il 1980 ed il 1989 (164), seguita dalla fascia tra il 1990 ed il 1999 (75).
L’iniziativa della Regione ha trovato il plauso dell’Uncem Piemonte: «Si tratta di un segnale di attenzione importante - sostiene il presidente, Roberto Colombero -. Il percorso prosegue e Uncem farà la sua parte per rafforzare politiche inclusive, che generino coesione, crescita, comunità».
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