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03 Novembre 2022 - 08:07
L’ultimo avvistamento risale a ieri mattina, praticamente all’alba. Un incontro ravvicinato con i cinghiali ancora una volta sulla strada principale di Cavoretto. Inusuale, per certi versi, dal momento che i residenti del borgo, anziché vedere marciare re in fila sul ciglio della via il solito branco di ungulati, li hanno sorpresi serafici a divorare l’immondizia fuori dai cancelli delle proprie abitazioni. Un vero e proprio assalto ai sacchi di spazzatura contenenti umido e cibo, nello specifico, che adesso preoccupa ancora di più chi abita nel quartiere, specie per la paura di essere aggrediti o di ritrovarsi gli animali persino nel cortile.
Un fenomeno, quello dei cinghiali, che gli abitanti della collina e della pre-collina ormai sono abituati a vedere. Gli avvistamenti sono pressoché continui in corso Lanza, corso Moncalieri, corso Fiume, strada dei Ronchi, piazza Freguglia e sulla strada che porta al Parco Europa. Le segnalazioni alla municipale sono continue, e i gruppi Facebook di quartiere pullulano di foto di ungulati ripresi dalle telecamere di video-sorveglianza delle case di Cavoretto. Da tempo i cavorettesi chiedono all’Amiat più passaggi per raccogliere i bidoni dell’umido. «Altrimenti le nostre strade si trasformano in discariche a cielo aperto», affermano i residenti. Solo il mese scorso, Coldiretti aveva lanciato delle proposte per contenere al meglio i capi: utilizzare i cani per la caccia “in braccata” per un mese in più all’anno oltre alle gabbie, ma anche la possibilità di cacciare per “autodifesa” per chi ha un porto d’armi. Queste le richieste su cui Coldiretti si era confrontata con gli organi di gestione faunistica della provincia, Ambiti territoriali di caccia e Comprensori alpini, «dove i rappresentanti degli agricoltori sono spesso messi in minoranza dai cacciatori».
L’obiettivo di agricoltori e cacciatori è di modificare la legge sulla fauna selvatica del 1992, ma anche di potere cacciare il cinghiale sulla neve e nelle aree percorse da incendi dove è vietata: almeno 10mila ettari solo in Valle di Susa. «Bisogna raggiungere almeno 26mila cinghiali abbattuti, che è l’obiettivo per contrastare peste suina e danni alle colture», spiega il presidente di Coldiretti, Bruno Mecca Cici.
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