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ALLARME DI RAINBOW4AFRICA

Ondata di migranti in Val di Susa, Oulx allo stremo: chiesto l'intervento della protezione civile

Il rifugio di Oulx ha accolto 180 persone in 24 ore, 40 sono minorenni soli. E' il triplo del solito: molti hanno dovuto dormire nella mensa e in giardino

Ondata di migranti in Val di Susa, Oulx allo stremo: chiesto l'intervento della protezione civile

Migranti accampati in giardino nel rifugio di Oulx

Nelle ultime ore è precipitata la situazione alla frontiera tra Italia e Francia, presa d'assalto da centinaia di migranti che questa notte hanno trovato rifugio a Oulx dove il sistema di accoglienza rischia di esplodere.

Una situazione che rischia di diventare drammatica. A lanciare l'allarme è Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa, il quale spiega che solo nelle ultime 24 ore 180 profughi hanno bussato alle porte del rifugio Fra Massi di Oulx, in provincia di Torino, non lontano dal confine con la Francia: "Il rifugio - racconta Narcisi - questa notte ha occupato i 76 posti ordinari e i posti di emergenza nei moduli esterni. Inoltre 42 persone hanno dormito nel salone mensa e 10 nei sacchi a pelo in giardino. Altri 21 sono stati mandati al polo logistico della Cri a Susa e 24 supportati in frontiera". Una situazione, che se dovesse proseguire ancora, rischia di diventare insostenibile: "Il nostro sistema di accoglienza a Oulx - spiega Narcisi - è tarato per accogliere 60-70 persone al giorno. Se il flusso dovesse restare a questi livelli, ci troveremmo di fronte a problemi quasi insormontabili". Il primo e più urgente, è quello della sistemazione logistica: i posti letto sono esauriti e già questa notte, come mostra la foto, in molti hanno dovuto accamparsi nei sacchi a pelo in giardino: "Fino a quando il meteo ci è amico - sottolinea Narcisi -. Mi pare inutile sottolineare cosa succederebbe in caso anche solo di un semplice temporale".  Nel medio periodo, i problemi sono anche altri: "Per fortuna in magazzino abbiamo delle scorte - spiega Narcisi - ma di questo passo rischiamo di avere problemi anche con il cibo". Senza contare che ci sono anche delle risorse umane che, per forza di cose, sono limitate: "Ogni giorno al rifugio si alternano una trentina di volontari e abbiamo in servizio 24 ore su 24 un medico e un infermiere. Ma ovviamente una cosa, per fare un esempio, è preparare il pranzo per 60-70 persone, un'altra per 180". Per questo Narcisi ha già chiesto aiuto: "Ho chiesto al sindaco di Oulx di attivarsi presso la prefettura per chiedere l'intervento della protezione civile".

E il sindaco, Andrea Terzolo, conferma: "La situazione è difficile, a mia memoria numeri così alti non si erano mai registrati, neanche nel corso di altre emergenze che abbiamo avuto in passato. Ho subito contattato la prefettura e mi hanno assicurato che cercheranno di mobilitare la protezione civile". Anche perché le possibilità di intervento in una piccola realtà come quella valsusina non sono molte: "Come Comune abbiamo dato tutto il nostro appoggio e io personalmente seguo la situazione minuto per minuto - spiega il sindaco - ma le risorse a nostra disposizione sono limitate". Per fortuna, al momento "non abbiamo registrato problemi di ordine pubblico". 

Ma chi sono i migranti che in queste ore hanno preso d'assalto la Val di Susa? E perché stanno arrivando proprio adesso? "Si tratta - spiega Narcisi - in prevalenza di persone provenienti dall'Africa: Guinea, Sudan, Marocco, Libia, anche Egitto. Ci sono 10 donne con figli piccoli e più di 40 minori non accompagnati, per i quali stiamo attivando le procedure che prevedono la loro sistemazione in comunità di accoglienza. Questo credo sia il risultato dell'aumento degli sbarchi delle ultime settimane: al sud i centri di accoglienza non ce la fanno più e "invogliano" i migranti a mettersi in strada verso il nord. Mi risulta che anche a Ventimiglia sia aumentato il flusso negli ultimi giorni. Ovviamente se aumenta il numero di chi prova a passare in Francia dal Monginevro o da Bardonecchia, aumenta anche quello di chi viene respinto alla frontiera". Diminuisce il numero di chi arriva invece dalla rotta via terra, principalmente da Siria e Afghanistan: "Sì, ma non perché non arrivino più. Semplicemente solo perché ora passano da Como e vanno verso la Svizzera: a quanto pare lì per loro è più facile passare". 

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