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L'INTERVISTA

Strage di Brandizzo, lo strazio dei parenti: «Non si può morire così»

In stazione il dolore dei parenti di Kevin Laganà, il più giovane dei 5 operai morti questa notte

cugina laganà

Cinzia, la cugina di Kevin Laganà

"E' uno strazio, non riusciamo più a vivere. Non si può morire così. Come si fa a dire che erano a pezzi, sono persone. Kevin è una persona, non è un puzzle". Cinzia piange, seduta in macchina di fronte alla stazione, la testa tra le mani. Suo cugino, Kevin Laganà, è uno dei 5 operai travolti e uccisi questa notte da un treno a Brandizzo. Kevin aveva solo 22 anni, era il più giovane tra gli operai che hanno perso la vita lavorando.

Con Cinzia, c'è anche Melania, la compagna del padre di Kevin: "Ma ero sua mamma, l'ho cresciuto io. Lui e suo fratello sono miei figli". Lei e Kevin si erano visti sol poche ore prima della tragedia: "Ieri sera a cena, come potevo immaginare che sarebbe stata l'ultima volta?". Laganà era contento del suo lavoro, anche se richiedeva dei sacrifici: "Aveva trovato questo posto due anni fa - ricorda la mamma - e non era la prima volta che lavorava di notte, capitava abbastanza spesso. Lui non aveva paura, non credeva che potesse essere rischioso: a lui bastava lavorare, non aveva paura di nulla. Io invece gli raccomandavo di fare attenzione, come fanno tutte le mamme, ma in realtà anche io ero tranquilla. Non dovrebbe essere un lavoro pericoloso ma questa evidentemente era solo una teoria".

"Ora dobbiamo trovare il coraggio di dirlo a suo papà - spiega Cinzia -. Non ci voleva credere, non è voluto venire fino a qui. Ora dovremo dirgli che è vero, che Kevin non c'è più". Le ultime parole sono per un ricordo di suo cugino: "Era un bravissimo ragazzo. Aveva tanta voglia di lavorare, era sempre sorridente, puntuale, educato. Non ti spieghi perché una vita possa finire così, solo perché qualcuno ha fatto un errore". 

Melania, la matrigna di Kevin Laganà

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