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L'operazione
05 Ottobre 2023 - 14:30
Foto di Darius Bright
Alcuni lavori non erano mai partiti e non c’era neppure traccia degli edifici nei vari catasti. Anzi, in certi casi non esisteva neanche il comune citato nei documenti: eppure un gruppo di truffatori era riuscito a presentare progetti e accedere ai Bonus edilizi, dal 110 al risparmio energetico. E in tutto era riuscito a incassare 2,5 miliardi di crediti fiscali: un record a livello nazionale, che ha toccato mezza Italia ed è arrivato anche nel Torinese, con casi ad Almese, Borgone di Susa, Campiglione Fenile, Cavagnolo e Torino.
Ma la Guardia di finanza di Asti ha fatto saltare tutto, partendo con arresti e sequestri milionari. Il 22 marzo, infatti, le Fiamme gialle astigiane avevano compiuto 10 arresti e 73 perquisizioni in tutta Italia, sequestrando “cassetti fiscali” contenenti crediti d’imposta ritenuti falsi per oltre 1 miliardo e mezzo. Poi, a maggio, si sono aggiunti altri 700 milioni. Con l’ultimo sequestro di altri 196 milioni negli ultimi giorni.
I soldi sono riconducibili a due società e a 27 persone non coinvolte nell’operazione iniziale: tutte risultano essere intestatarie di partita Iva indigenti, titolari di società inattive o nullatenenti ed evasori totali sconosciuti al fisco. Ma, secondo gli atti, avevano incassato i crediti dei Bonus, che poi versavano conti correnti in Cina. E intanto non facevano i lavori, anche perché gli immobili non esistevano o non erano loro: «Ho tutte le fatture, inesistenti ma ce l’ho» diceva uno degli indagati in una telefonata intercettata dalla Finanza.
Nell’ultimo atto dell’operazione è finito in manette l’undicesimo protagonista della truffa, il 64enne C.C., di casa a Castel Volturno (Caserta): i finanzieri gli hanno anche sequestrato 463mila euro di illecito profitto ai danni dello Stato.
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