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L'operazione
04 Ottobre 2023 - 10:49
I soldi del Reddito di cittadinanza arrivano direttamente sulle carte di debito intestate a persone extracomunitarie. Che non avevano nessun diritto a ricevere i soldi statali: a scoprire la maxi truffa è stata la Guardia di Finanza di Torino che, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura, ha sequestrato 103 carte di pagamento e i circa 100 mila euro di saldo complessivo.
L'attività, svolta in seguito a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, è una conseguenza dell’operazione “Terra Promessa”: a dicembre il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino aveva arrestato 7 persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla permanenza illegale sul territorio italiano nonché alla truffa aggravata in danno dello Stato, alla falsità ideologica e alla sostituzione di persona, con il sequestro di profitti illeciti conseguiti dagli indagati.
Come emerso delle indagini, la banda aveva come base due Caf torinesi: Centri di assistenza fiscale che aiutavano a ottenere permessi di soggiorno ma anche redditi di cittadinanza, indennità di maternità, rimborsi Irpef, assegni di disoccupazione e bonus di ogni tipo, da quello per la baby sitter ai ristori post Covid. Tutti percepiti ingiustamente perchè i beneficiari, centinaia e centinaia di stranieri, non ne avevano diritto.
Durante le perquisizioni svolte nel corso dell’operazione, sono state rinvenute e sequestrate 103 carte di pagamento, risultate nella piena e completa disponibilità di due dei principali indagati. Gli investigatori hanno poi ricostruito i movimenti delle carte e hanno scoperto che, delle 103 carte sequestrate, 61 erano intestate in modo fittizio a 46 soggetti complessivi e ricevevano il reddito di cittadinanza. Un flusso in entrata per 400mila euro complessivi di soldi pubblici ricevuto in modo illegale, continuato anche dopo gli arresti di dicembre: ora le Fiamme gialle hanno segnalato tutto all'Inps per interrompere i versamenti e avviare il recupero dei fondi.
Intanto, ai due indagati, sono stati contestati anche i reati di indebito utilizzo di strumenti di pagamento e di indebita percezione del reddito di cittadinanza.
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