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IL FATTO
25 Novembre 2023 - 21:10
Carabinieri e liceo Cottini in prima fila contro la violenza sulle donne
Era ubriaco e aveva un coltello nascosto nel calzino. Incapace di accettare la fine della relazione, era pronto a fare del male - forse anche ad uccidere - la sua ex compagna. Ad arrestarlo ci hanno pensato i carabinieri, che hanno messo le manette a un 50enne di Ivrea che perseguitava una donna di 47 anni. Una vicenda che se non fosse stato per i militari sarebbe forse finita in tragedia, come quella di Giulia Cecchettin. Ed è solo uno dei tantissimi episodi che in questo 2023 hanno visto protagonisti uomini violenti. Finora tra violenze sessuali, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori i carabinieri hanno eseguito - il conteggio è fermo al 18 novembre - ben 965 operazioni tra arresti e denunce, a Torino e provincia. Quasi mille casi in un anno, oltre cento al mese. Casi come quello di cui sopra, dove il modus operandi dell’uomo, di professione impiegato bancario, non consisteva solo in pugni o schiaffi ma anche in umiliazioni pubbliche e controllo maniacale del telefonino, fino ad arrivare ai pedinamenti. Per fortuna, il 50enne è stato fermato in tempo.
E oggi, 25 novembre, per contrastare la violenza di genere i carabinieri hanno rinnovato la collaborazione con le scuole, nello specifico il Cottini: sette video-spot e un manifesto sono stati presentati questa mattina al comando provinciale. Una delle sette clip, la vincitrice - dal titolo “Non rimanere in silenzio” - è stata proiettata in tutta Italia su tutti i canali social dell’Arma, come spot ufficiale dei carabinieri per il 25 novembre. «Molte donne ancora oggi si sentono succubi di un “male comune”, in quanto amiche, compagne, mogli di uomini violenti. Il mio appello è di non sentirsi incatenate a situazioni che paiono irrisolvibili. La soluzione c’è ed è quella di raccontare, senza vergogna. Raccontare, ancora prima di denunciare», ha spiegato il comandante provinciale, colonnello Roberto De Cinti. «Dobbiamo lavorare tutti insieme per una rivoluzione culturale», ha sottolineato il colonnello Andrea Siazzu, comandante del reparto operativo, presentando il manifesto intitolato “Scegli di salvarti, arrestiamo la paura”. Mentre Antonio Balestra, preside del Cottini, ha ricordato come «il linguaggio non deve diventare strumento per alimentare la differenza di genere. Dopo l'assassinio di Giulia abbiamo assistito a tanti proclami. C’è bisogno di concretezza, di intervenire nel paradigma culturale. Non bisogna rimanere in silenzio».
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