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CANAVESE

Il miele più buono d'Italia è canavesano: pioggia di premi sugli apicoltori

Una lunga serie di riconoscimenti a livello nazionale per i produttori del nostro territorio

Premiato il miele canavesano

Premiato il miele canavesano

Apicoltori canavesani pluripremiati alle rassegne di settore, i loro mieli si confermano come i migliori del Piemonte e tra i più rinomati a livello nazionale.

Parliamo di Deborah Caserio, titolare dell’Apicoltura Canavesana di Ivrea, e Tiziano Creola di Vidracco. Cominciando dalla Caserio diventata “Messaggero del miele italiano”, iscritta all’Albo nazionale degli esperti in analisi sensoriale del miele (come i sommelier per il vino), ed è entrata nell’associazione regionale Agripiemonte miele che a sua volta aderisce all’associazione Miele in cooperativa che ha promosso il progetto “Miele italiano da api italiane”. I suoi mieli portano il marchio di qualità del Parco Nazionale del Gran Paradiso e fanno parte del paniere dei prodotti tipici piemontesi. «Solo in quest’anno - spiega la Caserio - ho ricevuto le due gocce d’oro ottenute a Castel San Pietro Terme (Bologna) a settembre per il miele di castagno e millefiori, a Ferrere (Asti) ad ottobre il primo e secondo premio del concorso regionale “Ferrere Miele” con i mieli di flora alpina, castagno e acacia di Aspromiele Piemonte. Sempre a fine ottobre ho ricevuto il premio come terza classificata al concorso nazionale Generazione Honey tenutasi alla fiera di settore a Piacenza».

Il 17 dicembre scorso ad Oleggio in provincia di Novara, in quell’occasione si è svolto l’annuale concorso dei mieli piemontesi dedicato a “Franco Marletto”. Il miele di castagno di Tiziano Creola si è classificato primo nella sua categoria, mentre il miele millefiori di montagna è giunto secondo. «Oltre al miele - racconta Tiziano Creola - annovero anche i derivati della produzione delle api come le essenze di propoli, il polline, le candele, la pappa reale. Come mieli produco quello di castagno, il millefiori di montagna e quello di ciliegio selvatico con anche un mix di fiori di tarassaco. Le produzioni sono legate alle stagioni e alle fioriture, come ad esempio quello di acacia in primavera, dove per farlo porto le mie api a Baldissero Canavese. Sono un apicoltore nomade, nel senso che sposto gli apiari lungo tutto la valle da Baldissero fino a Val di Chy. A volte li porto in luoghi difficilmente raggiungibili pur di farle attingere dai posti migliori e incontaminati. Credo che la qualità del mio prodotto sia determinata anche dall’ambiente e dalla natura che in Valchiusella sono davvero eccezionali e per le quali c’è davvero un’attenzione particolare».

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