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Deposito nucleare in Piemonte: la decisione del governo

Il ministro Pichetto ha parlato al convegno di Coldiretti. Non mancano le polemiche

«Il deposito si farà», così il ministro Gilberto Pichetto sul sito che sorgerà nella regione

«Il deposito si farà», così il ministro Gilberto Pichetto sul sito che sorgerà nella regione

Allevamenti, mucche, qualità dell’aria. Ma alla fine il tema ambientale scottante in questi giorni per il Piemonte è sempre il solito: il nucleare. E così anche al convegno della Coldiretti “Gli allevamenti e la qualità dell’aria” al Teatro Regio è inevitabile tornare sulle preoccupazioni di politici e associazioni. Al centro c’è il deposito della discordia, il sito di scorie radioattive che dovrebbe sorgere nella nostra regione. Trino Vercellese si è auto-candidata ad ospitarlo, ma il fronte del “no” è corposo. A cominciare da Legambiente: «Non c’è motivo di portare qui altre scorie». E due giorni fa, a Marengo, i sindaci di parecchi comuni dell’Alessandrino hanno manifestato le loro perplessità sull’opportunità di ricevere il deposito.

Ma il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, tira dritto: «Il deposito si farà». E poi aggiunge: «Capisco le perplessità, ma il governo si è impegnato in questa direzione e una soluzione, prima o poi, andrà trovata per forza». Alla domanda se davvero vale la pena far arrivare altre scorie radioattive in Piemonte, il ministro replica: «Chi parla in questo modo denota scarsa conoscenza dell’argomento. Le scorie nucleari le abbiamo ovunque. Esempi? Il fumo. Accendendo una sigaretta si producono scorie nucleari. E lo stesso vale per una Pet (Tomografia a emissione di positroni, ndr) eseguita in ospedale». Insomma l’esecutivo la sua scelta l’ha fatta, ma Pichetto precisa: «Si tratta di un deposito a bassa intensità». Tradotto, non ci sarebbe motivo di allarmarsi. Di certo però, le polemiche non sono destinate a spegnersi, mentre riguardo all’interesse del governo francese per New Cleo, la startup del nucleare torinese, il ministro afferma: «Se i francesi vogliono metterci i soldi a me va benissimo. Ma New Cleo interessa anche al Belgio. In ogni caso, non sono preoccupato».

Capitolo qualità dell’aria. Coldiretti respinge al mittente le accuse secondo cui a peggiorarla sarebbero gli allevamenti, in particolare quelli delle mucche e il letame da loro prodotto. «Basta strumentalizzare gli allevamenti - la replica di Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte -. E’ sufficiente camminare per la città per capire che non sono certo le mucche a dare fastidio all’ambiente, ma le macchine, gli aerei e il riscaldamento». Sulla stessa lunghezza d'onda Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino: «L'allevamento è centrale in Piemonte. Usciamo fuori da logiche sbagliate e slogan. Ascoltiamo gli esperti e tiriamo le conclusioni, che vanno recepite dalla politica. I nostri allevamenti sono risorse per l'ambiente. Serve investire sulle aziende».

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