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AGRICOLTURA
05 Marzo 2024 - 05:30
Il lago e la diga di Ceresole Reale ieri dopo la nevicata
Un’occasione sprecata. «Se fossimo stati in grado di trattenere e accumulare anche solo un decimo della pioggia caduta in questi giorni avremmo messo al sicuro l’intera annata per molte delle nostre colture». Il commento del presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, dopo l’ondata di maltempo, è amaro.
Pochi giorni prima dell’arrivo di pioggia e neve, Coldiretti Torino aveva lanciato l’allarme sul rischio siccità per l’estate e sulla necessità, sempre più urgente, di costruire piccoli invasi al servizio dell’agricoltura, per trattenere l’accesso di acqua di precipitazioni episodiche ma abbondanti, per poi utilizzarla nei periodi siccitosi.
Ma la pioggia di questi giorni è comunque una buona premessa per la stagione agricola alle porte. La fascia di alta pianura della provincia di Torino risulta la più colpita con accumuli che hanno raggiunto anche i 250 mm anche se le precipitazioni sono state abbondanti (oltre i 100 mm) un po’ su tutto il territorio. Ovviamente, senza contare l’ulteriore riserva garantita dall’enorme quantità di neve caduta in alta quota. Resta un dato di fatto: «La pioggia a cavallo di febbraio e marzo aiuta ma non è adesso che è decisiva. Se primavera e estate saranno come nel 2022, avremmo solo visto passare acqua nei fiumi che non sarà servita all’agricoltura». Secondo di dati di Coldiretti Torino, sono caduti circa 500 milioni di metri cubi di pioggia. «Se avessimo trattenuto almeno una decima parte della pioggia caduta in questa sola perturbazione, cioè circa 50 milioni di metri cubi (una volta e mezza la capacità del bacino di Ceresole Reale) avremmo avuto una scorta determinante in vista della prossima stagione calda».
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