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CANAVESE

Lodo Asa, tutto da rifare. Per il maxi debito, si ritorna alla Corte d'Appello

La Cassazione ha deciso che servirà una nuova sentenza

asa fallimento

Lodo Asa, tutto da rifare: la Cassazione rinvia alla Corte d’Appello per una nuova sentenza.

La soluzione del debito Asa, l’azienda fallita che gestiva la raccolta rifiuti nella zona dell’Alto Canavese fino al 2008, subisce un ulteriore rinvio. La Cassazione ha, infatti, accolto il ricorso presentato dalle difese dell’amministrazione straordinaria del fallimento chiedendo la revisione della precedente sentenza della Corte di Appello di Torino, del 2018, che aveva dichiarato nullo il lodo arbitrale del 2016 dando inizialmente ragione ai Comuni che avevano tirato un momentaneo sospiro di sollievo. Parliamo di una cifra da rifondere per il fallimento da parte dei 22 comuni e delle comunità montane canavesane di 16 milioni di euro nel caso si concludesse con una sentenza loro avversa.

La vicenda del Lodo comincia con l’arbitrato tra i Comuni e il curatore fallimentare, prevedeva che i primi dovessero rifondere il passivo maturato dall’azienda a partire dal 2009 e fino alla sua definitiva chiusura nel 2013 per un totale di 74 milioni di euro. Una cifra notevole per gli enti locali che se, condannati a pagare, avrebbe certamente portato molti di loro in default, impossibilitati con i propri bilanci a fare fronte ad una simile spesa. Il Lodo era stato impugnato da un gruppo di comuni che si rifiutava di accettare passivamente di mettere mano nelle tasche dei propri cittadini e nel 2016 a seguito del pronunciamento del collegio arbitrale la somma dovuta scendeva già a 36 milioni di euro. Gli amministratori locali cercavano di ottenere deroghe anche dal governo regionale e dallo Stato ma senza successo: avrebbero dovuto pagare, e pagare salato. Allora ricorsero in appello. Nel marzo del 2017 i comuni impugnavano il giudizio arbitrale e il 29 settembre del 2017 incassavano una prima parziale vittoria che riponeva nelle mani dei periti la quantificazione del debito relativamente alle sole due annate 2009 e 2010 precedenti all’amministrazione straordinaria facendo scendere il debito i 16 milioni attuali.

Ora con la sentenza di Cassazione tutto potrebbe essere messo in discussione e il pagamento, comunque di questa somma, graverebbe sui bilanci dei comuni canavesani che guardano con speranza alla Corte d’Appello di Torino.

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