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PINO TORINESE
05 Aprile 2024 - 17:41
Le animaliste salvano i cinghiali e "salutano" le telecamere dei contadini con un gestaccio
Mentre in tutta la Regione continua a diffondersi la peste suina africana, due animaliste si avvicinano armate di scope a una gabbia per il contenimento dei cinghiali, nelle campagne di Pino Torinese. «Amori miei, siete bellissimi» sussurrano ai quattro cinghialetti racchiusi lì dentro. «Come si apre sta merda?» perde la pazienza una, che si accorge di essere ripresa dalla telecamera sopra la gabbia e mostra il dito medio. «Merde» ripete fissando l’obiettivo, rivolta a chi si occupa dei programmi di contenimento, a suo avviso colpevole di fare del male agli animali. Alla fine, le donne manomettono la telecamera, riescono a liberare i cuccioli e scappano.
«Sporgerò denuncia ai carabinieri» annuncia l’agricoltore che ha installato la gabbia in accordo con la Città Metropolitana. Chiede di rimanere anonimo per paura di subire delle ritorsioni. «Capisco che vedere dei cuccioli in gabbia può essere impattante, ma bisogna capire che i cinghiali sono sempre di più e fanno sempre più danni. C’è un problema sanitario, legato alla peste suina africana, e uno di sostenibilità delle nostre attività. Troppo spesso distruggono i nostri campi, mandando in fumo il lavoro di tutti noi».
Per questo è stata autorizzata anche la cattura degli esemplari con le gabbie, a cui segue l’abbattimento. Funziona così: «Mettiamo del cibo all’interno - spiega l’agricoltore - Quando entra qualcosa, ricevo una notifica sul telefono. Grazie alla telecamera, verifico che sia davvero un cinghiale e non un altro animale. A questo punto, attivo la chiusura delle porte». Poi interviene un cacciatore autorizzato per l’abbattimento e si procede con l’esame sulla peste suina. Mercoledì era già stato avvisato e stava arrivando sul posto. «Ma le animaliste hanno liberato i cinghialetti prima del suo arrivo».
Nei filmati, si sente anche la loro telefonata rivolta a un ente che tutela gli animali. Chiedono di intervenire subito. «Amori, state calmi» è impietosita una, mentre i cinghialetti sbattono contro le recinzioni. Indica un cucciolo: «Poverino, è ferito e perde sangue».
Chi sono? Chi le ha avvisate della cattura? «La gabbia è visibile anche da alcune case - constata l’agricoltore -. In passato, delle persone si erano insospettite temendo che fosse di un bracconiere. Ma le forze dell’ordine conoscono bene la mia attività, che rispetta tutte le normative e prova a tutelare me, gli altri agricoltori e il territorio. Nessuno aveva più detto niente».
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