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Delgrosso, ora ai cancelli ci sono i sigilli della Guardia di Finanza

Si aggrava sempre di più la situazione dell’azienda di via Calatafimi

Delgrosso, ora ai cancelli ci sono i sigilli della Guardia di Finanza

Delgrosso, ora ai cancelli ci sono i sigilli della Guardia di Finanza

Sigilli della Guardia di Finanza ai cancelli della Delgrosso di Nichelino.

Una parabola discendente rapidissima per l’azienda di via Calatafimi leader nella produzione di sistemi di filtraggio per Iveco, Stellantis e Cnh, la cui proprietà aveva consegnato i libri contabili in Tribunale tra febbraio e inizio di marzo, per aprire la procedura di liquidazione giudiziale. Pochi giorni fa l’epilogo amaro per i 108 dipendenti, da mesi senza stipendio e in attesa di un nuovo acquirente che voglia acquisire almeno un ramo della società. Con l’apertura della procedura fallimentare, infatti, per i dipendenti diventa difficile se non impossibile essere agganciati agli ammortizzatori sociali.

Per tamponare la situazione le amministrazioni dei Comuni in cui risiedono avevano attivato raccolte fondi e misure di sostegno (come la sospensione del pagamento di servizi quali mensa e asilo), ma in mancanza di un investitore diviene impossibile ragionare sul futuro. Un paradosso, perché l’azienda non ha perso commesse, ma il mancato pagamento dei fornitori da parte della proprietà impedisce di procedere con le lavorazioni. E dunque di fatturare. Una crisi di liquidità che si è abbattuta su tredicesime, tfr e stipendi degli ultimi mesi, saldati solo in parte.

«I sigilli della Guardia di Finanza, in questa particolare e delicata fase di trattativa gestita dal curatore fallimentare, rischiano di diventare oltre che il danno anche la beffa per i lavoratori - commenta l’assessore al Lavoro di Nichelino, Fiodor Verzola - Il rallentamento o ancor peggio l’arresto delle potenziali procedure di acquisizione da parte di aziende interessate alla reindustrializzazione di Delgrosso sarebbe intollerabile. Mi auguro, ancor prima che la giustizia faccia il suo corso appurando ogni responsabilità legata alla vicenda, che le operaie e gli operai trovino risposte».

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