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03 Giugno 2024 - 18:19
Via libera alla caccia al colombo, il Tar spegne le speranze degli ambientalisti
Tempi duri in arrivo per i colombi torinesi. Il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso delle associazioni ambientaliste (Lav, Oipa, Sos Gaia, Enpa, Pan Odv, Pro Natura Torino, Ente Nazionale per la Protezione degli Animali Odv e Fondazione per L’Ecospiritualità Odv) contro il Piano di contenimento del colombo per gli anni che vanno dal 2024 al 2029 dando così, in sostanza, il via libera all’abbattimento dei volatili.
«Il Tar - spiegano da Città metropolitana - ha considerato infondati e ha quindi respinto tutti e cinque i motivi di ricorso presentati dalle associazioni al fine di ottenere l’annullamento della delibera votata all’unanimità dal Consiglio metropolitano il 15 febbraio scorso. Le associazioni ricorrenti sono state condannate al pagamento delle spese legali».
All’insegna dell’ottimismo sulla bontà della propria delibera, Città metropolitana aveva già avviato le azioni previste nel Piano, a cominciare dai corsi di formazione per gli agricoltori che intendono impegnarsi nel contenimento della specie. Prossimamente saranno avviati analoghi corsi di formazione per i cittadini in possesso della licenza di caccia e per il personale delle ditte specializzate nel contenimento dei colombi.
Il Tar, tra le altre cose, ha respinto il riferimento alla presunta pericolosità per le persone, dei mezzi di controllo previsti dal Piano, il cui utilizzo è motivato dalle esigenze sanitarie, e ha riconosciuto che la Città metropolitana in passato ha sperimentato metodi indiretti e non cruenti per il controllo del colombo, con risultati insoddisfacenti in termini di riduzione della densità di popolazione nel territorio. Secondo i giudici, inoltre, l’utilizzo di reti o gabbie non espone altre specie animali al rischio di essere soppresse per sbaglio, dal momento che le gabbie devono essere controllate almeno una volta al giorno, al fine di liberare esemplari di volatili appartenenti ad altre specie eventualmente catturati.
Il Piano, lo ricordiamo, prevede nel dettaglio le misure per il contenimento degli animali che, nelle zone rurali, causerebbero danni notevoli alle colture mentre in quelle urbane pongono problemi igienici e di decoro degli spazi pubblici. In ambito urbano si prevede l’impiego di gabbie-trappola, mentre in ambito extraurbano è possibile anche il ricorso alla caccia vera e propria.
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