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La storia

Avete mai fatto il bagno nella birra? In Piemonte si può (o quasi): «È una spa unica al mondo»

Intervista a Giulia Formica e Marco Meineri, fondatori di Beerelax: ecco cosa ci hanno raccontato

Avete mai fatto il bagno nella birra? In Piemonte si può:  «È una spa unica al mondo«»

Il termine spa deriva da "salus per aquam", che tradotto dal latino significa "salute attraverso l'acqua". E se questo benessere non deriva dall'acqua ma dalla birra? «Si può dire "salus per cervisia", usando il termine latino per chiamare la birra» sorridono Giulia Formica e Marco Meineri, la coppia di piemontesi che a Cuneo ha aperto Beerelax, la prima spa della birra in Italia. O la prima spc, cambiando l'acronimo secondo il loro motto: «In questo senso siamo probabilmente unici al mondo».

Invece che sotto il vischio, a Natale Giulia Formica e Marco Meineri si sono baciati sotto una foglia di luppolo 

Sposati fra loro e genitori di una bambina, Formica e Meineri hanno deciso di inventarsi Beerelax nel 2023 (ha aperto il 26 aprile dell'anno scorso): «Marco è un beer sommelier, io ho lavorato nella ristorazione e nell'accoglienza - premette Giulia - Ma volevamo qualcosa di diverso e di nostro. Così ci siamo messi sotto e ci abbiamo lavorato per sei anni, con il Covid di mezzo, facendo una grande ricerca sul concetto e sui pezzi con cui allestire la nostra struttura di Cuneo».

Come vi è venuta l'idea? «Vivendo in un mondo frenetico, abbiamo pensato che fosse importante spingere le persone a rallentare e a concentrarsi su loro stessi e su qualcosa che li fa stare bene, cercando di "staccare la testa" e non pensare al tempo che passa». E la birra può essere questo qualcosa che fa stare bene? ». E la birra fa bene? «Con sali minerali, vitamine, antiossidanti e altre sostanze benefiche, la birra è un vero e proprio integratore idrosalino energetico».

Ma una precisazione va fatta: non si fa proprio il bagno nella birra. Con la birra sì, però: «La birra si beve e non si spreca - sorridono i due inventori di Beerelax - A bordo vasca ci sono taglieri di salumi e formaggi e soprattutto due spillatori, con etichette che cambiano ogni due mesi. Dentro i bagni idromassaggio a due posti ci sono lievito, luppolo e malto, tutte sostanze che danno lo stesso beneficio 4-5 applicazioni di crema idratante». Ma quanto si può bere? «Ci piace dire che la birra è a disposizione dei clienti. Non c'è un limite ma non diciamo che è illimitata. Vogliamo che sia un'esperienza a tutto tondo, in base a quello che le persone si sentono. In totale relax, in modo da esaltare il tempo nella spa».

La struttura cuneese è piccola, con soli percorsi privati e un massimo di otto persone in contemporanea (dodici se si tratta di un solo gruppo). Ci sono due percorsi base: Beer & Relax (45 minuti) e Beer & Welness (1 ora), con il secondo che ha in più la sauna in più dove si «respira la birra: ci sono luppoli freschi sulle pietre per fare aromaterapia. Poi proponiamo il massaggio rilassante al luppolo e degustazioni guidate con il sommelier di birra, cioè Marco».

Come giudicate l'avventura di Beerelax, a oltre un anno dall'apertura? «Abbiamo clienti venuti da tutta Italia apposta per noi a Cuneo. Poi tanti appassionati di birra ma anche persone della zona che provano per curiosità. Ci sono stati tanti addio al nubilato e celibato ma durante il percorso è "scappata" anche una proposta di matrimonio, accettata per fortuna. Abbiamo avuto anche genitori e figli venuti insieme. E pure degli astemi, tanto non ci sono odori di birra».

L'obiettivo, in effetti, è provare a far conoscere di più la "cervisia": «Per cultura, noi italiani siamo più appassionati di vino mentre il mondo della birra viene visto spesso in modo distorto e legato alle realtà industriali - conclude Marco Meineri - Ma basta andare in altri Paesi per conoscere come funziona con la birra artigianale e scoprire che ha tante sfaccettature, proprio come il vino: sono mondi paralleli e che si specchiano. Noi proviamo a fare conoscere la birra puntando su un nuovo concetto del benessere con altre materie prime».

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