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Famiglie arcobaleno
17 Agosto 2024 - 11:00
Foto d'archivio
Il consiglio comunale di Ivrea, durante uno degli ultimi incontri prima della pausa estiva, ha approvato una mozione per chiedere alla politica di intervenire e di colmare il vuoto legislativo in merito alla registrazione dei figli nati da coppie omogenitoriali. La mozione è stata approvata dalla maggioranza di centrosinistra e dal consigliere di Azione-Italia Viva, mentre il gruppo di centrodestra ha espresso la propria contrarietà.
«La mozione è nata dalla necessità di esprimere solidarietà alla coppia eporediese che si è rivolta ai nostri uffici», ha sottolineato la consigliera Fiorella Pacetti, ricordando il caso della piccola Camilla, che a maggio si era vista negare l'iscrizione all'anagrafe con i nominativi delle sue due mamme. «Oggi le norme non tengono conto del diritto che ha la bambina di essere riconosciuta figlia di entrambe le persone che si sono assunte la responsabilità della procreazione in modo pieno e consapevole», ha concluso Pacetti.
Lo scorso maggio, Ivrea era era stata al centro della cronaca per il caso della piccola Camilla, una bambina con due mamme, la cui trascrizione dell'atto di riconoscimento presentato dalla madre "intenzionale" è stata negata dall'ufficio servizi demografici del Comune. Secondo la legge, infatti, una persona non può essere riconosciuta all'anagrafe come figlio di due genitori dello stesso sesso. L'unica alternativa è l'adozione. «Gli uffici hanno agito secondo la legge. Per questo motivo ci sentiamo nella posizione di sollecitare la politica al suo ruolo legislativo», ha commentato Matteo Chiantore, sindaco di Ivrea.
I Comuni che fino ad ora hanno deciso di non rispettare le attuali normative in vigore si sono visti cancellare le registrazioni effettuate. E Ivrea, proprio per questo motivo, ha deciso di percorrere un'altra strada, chiedendo un intervento da parte della politica: «Non mi piace l'idea di fare qualcosa contro la legge. Sarebbe stata un'ipotesi percorribile ma ci avrebbero fatto cancellare l'atto. Noi abbiamo il dovere di fare il possibile affinché la norma cambi», ha concluso Chiantore.
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