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montanaro
07 Ottobre 2024 - 12:53
Nel rendering di sinistra, come sarà Montanaro dopo l'intervento. A destra, come è oggi, con il castello coperto da un edificio anni '60
Sarà abbattuto il palazzo degli anni '60 che impedisce la vista del castello dei conti Frola a Montanaro.
Lo storico edificio, di proprietà del Comune di Montanaro, è l’oggetto di un Documento di stima sommaria dei lavori che la Città metropolitana di Torino ha redatto su richiesta dell’amministrazione locale. Il progetto prevede la demolizione parziale del palazzo dell’ex cronicario che sorge in via Mazzini e rientra nel perimetro del castello, edificato a fine anni ‘60 e che, con i suoi quattro piani fuori terra, impedisce la visibilità del castello.
L’amministrazione comunale intende ridurre l’impatto del fabbricato, demolendo l’ex cronicario fino al primo piano e realizzando un terrazzo-balconata a livello della corte interna. Il piano terra non verrà demolito e se ne progetta il recupero e la destinazione come sede della Pro Loco e di associazioni locali.
Il progetto, redatto dai tecnici della Città metropolitana di Torino, darebbe nuovo lustro al centro medioevale di Montanaro, la cui valenza storica e architettonica è legata alla presenza dei Franchi e dei Longobardi. Il castello di Montanaro è circondato da un giardino e da un parco storico ed è stato edificato nei primi anni del XIII secolo nella parte alta del paese, in posizione dominante, da dove si può ammirare un gradevole scorcio di paesaggio canavesano. L’importanza del nucleo abitato è testimoniata da documenti risalenti alla fine del X secolo. Nell’XI secolo Montanaro passò sotto il controllo della vicina Abbazia di San Benigno di Fruttuaria, una sorta di micro-stato monastico, dipendente direttamente dalla Santa Sede, grazie alla cui protezione il paese beneficiò di alcuni secoli di pace e prosperità. A questo periodo risalgono l'edificazione dell’imponente casa Bricca e del castello. Successivamente si affermò a Montanaro l’influenza dei Savoia, fino alla formale annessione al Regno di Sardegna alla fine del Settecento.
L’amministrazione comunale ha chiesto ai tecnici della Città metropolitana di progettare la demolizione parziale dell’ex cronicario per valorizzare e riqualificare il castello come attrazione turistica, creare spazi adeguati per le associazioni con scopi socio-assistenziali e turistici, garantire alle persone disabili l’accessibilità completa a tutti gli spazi recuperabili e alla terrazza della corte interna, contenere la spesa con interventi di efficientamento energetico, limitare i futuri costi di gestione. La stima del costo di realizzazione dei due lotti in cui verrebbero suddivisi i lavori ammonta ad 1 milione e 192mila euro.
La nuova disposizione studiata dagli esperti della Città metropolitana prevede un accesso unico da via Mazzini per gli spazi utilizzati dalle associazioni locali con finalità socio-sanitarie e per quelli dedicati alla Pro Loco. Dal piano terra sarà possibile raggiungere il nuovo terrazzo e la corte interna, grazie ad un nuovo volume vetrato, inglobando nella distribuzione verticale la scala esistente e un nuovo ascensore in sostituzione dell’attuale. Nel progetto è stato previsto di intervenire anche sulle facciate, non solo con l’intenzione di riqualificare energeticamente l’involucro, ma anche per migliorarne l’inserimento nel contesto urbanistico. È necessaria una rivisitazione nelle linee, nei materiali di rivestimento, nella copertura del terrazzo e nei parapetti, armonizzando meglio il fabbricato con l'ambiente del castello e del centro storico, rispettandone sempre le caratteristiche peculiari. È prevista la realizzazione del terrazzo quale copertura del piano terra, che dovrà essere ristrutturato integralmente e che verrà isolato, sia nel periodo invernale che in quello estivo, in termini di sfasamento termico. Per motivi di praticità e semplicità della manutenzione, i serramenti sono ipotizzati in alluminio preverniciato, ma con disegno e colori che riprenderanno le tinte tradizionali. Il volume vetrato a copertura della scala e dell’ascensore sarà un elemento neutro, privo di disegno e colore, che servirà proprio ad evidenziare il distacco dagli edifici adiacenti senza inserire nuove linee architettoniche, fatta eccezione per la pensilina di copertura dell’uscita-ingresso che riprende come linea curva quella della Torre del Zecca.
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