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Denso, la crisi può allargarsi: «Timori per le ditte fornitrici»

Il sindaco esprime le proprie preoccupazioni dopo l’incontro con i vertici dell’azienda

Denso, la crisi può allargarsi: «Timori per le ditte  fornitrici»

Denso, la crisi può allargarsi: «Timori per le ditte fornitrici»

«Mi hanno garantito che non ci saranno licenziamenti collettivi. La mia preoccupazione, ora, è soprattutto per i fornitori: molti sono piccole aziende del territorio e hanno poco margine per fronteggiare i cali di commesse».

Sono queste le prime parole del sindaco di Poirino Nicholas Padalino, che ieri ha incontrato l’amministratore delegato della Denso Giuseppe Zippo e il responsabile delle risorse umane Marco Amelotti. Poco più di una settimana fa, lo stabilimento della multinazionale giapponese specializzata nella produzione di sistemi di condizionamento per le auto, in frazione Masio, ha annunciato 150 esuberi su 700 lavoratori. Motivo? Il calo di produzione di Stellantis, tra i suoi principali clienti, che ha fatto precipitare gli ordini sulla Cinquecento elettrica. Per questo, l’azienda deve correre ai ripari e i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Fismic hanno sottoscritto un accordo per attivare i contratti di solidarietà per 12 mesi.

«Mi hanno confermato che partiranno entro fine novembre – prosegue Padalino – I lavoratori subiranno una riduzione dello stipendio mensile e lavoreranno tra il 10 e il 90% delle ore previste dal loro contratto». Nei giorni scorsi, la preoccupazione più grande era che l’annuncio degli esuberi fosse l’anticipo di futuri licenziamenti. «Zippo e Amelotti hanno garantito che le cessazioni dei rapporti di lavoro saranno solo su base volontaria. Chi le richiederà, potrà contare su una buona uscita che dipenderà dagli anni di lavoro in azienda e dall’età anagrafica. Per i più giovani, per esempio, potrebbe essere meno complesso riuscire a collocarsi altrove». Le rassicurazioni, però, non bastano a risolvere tutte le preoccupazioni del sindaco. «Molte aziende del territorio sono fornitrici della Denso - aggiunge Padalino - Se la multinazionale non riprenderà a pieno regime, potranno risentirne e avere poco margine per mitigare la crisi. Per questo, con i nostri uffici alle politiche sociali, continueremo a monitorare da vicino la situazione».

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