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Il caso
05 Ottobre 2024 - 12:25
La Denso Thermal Systems di Poirino
«Se non arrivano altri modelli da produrre, non ci sono prospettive per il futuro». Il responsabile della Fiom Gianni Mannori descrive così le dimensioni della crisi «drammatica» che sta colpendo la Denso Thermal Systems di Poirino.
Ieri la multinazionale giapponese specializzata nella produzione di sistemi di condizionamento per le auto ha annunciato 150 esuberi su 700 lavoratori. Motivo? Il calo di produzione di Stellantis ha fatto precipitare gli ordini sulla Cinquecento elettrica. Per questo, l’azienda deve correre ai ripari e i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Fismic hanno sottoscritto un accordo per attivare i contratti di solidarietà per 12 mesi.
«Siamo molto preoccupati - ammette anche il sindaco di Poirino, Nicholas Padalino – I lavoratori della Denso abitano quasi tutti nel nostro Comune. Ci sono famiglie dove sia il marito sia la moglie sono entrambi impegnati in questa azienda». A metà della prossima settimana, il sindaco vuole incontrare i vertici aziendali all’interno dello stabilimento, in frazione Masio.
Il sindaco di Poirino, Nicholas Padalino
Teme licenziamenti improvvisi? «Mi hanno garantito che non ce ne saranno, ma si procederà con dimissioni volontarie incentivate. Certamente, però, restano tante incognite da chiarire. Qui nel Chierese abbiamo già attraversato diverse crisi industriale. Speriamo tutti che l’annuncio di questi giorni non sia l’anticamera di un’altra». La memoria va soprattutto all’ex Embraco di Riva presso Chieri, che pochi anni fa ha chiuso i battenti lasciando oltre 400 famiglie senza lavoro.
Il responsabile della Fiom Gianni Mannori
Tutti i tentativi di riavviare una produzione nei suoi capannoni sono falliti. Si era fatta avanti la Ventures, che aveva ricevuto diversi milioni di euro per la reindustrializzazione. Peccato che i suoi vertici li abbiamo sperperati, finendo poi alla sbarra per bancarotta fraudolenta (hanno patteggiato quattro anni di carcere, nel 2023).
A pochi chilometri dalla Denso, a Cambiano, anche lo storico stabilimento della Pininfarina in via Nazionale ha da poco annunciato la cassa integrazione fino al 21 dicembre per una sessantina di dipendenti. «Tutta colpa degli ordini in calo» spiegano dall’azienda. Eppure, poche settimane fa, l’amministratore delegato Silvio Angori aveva annunciato un nuovo accordo commerciale da 90 milioni di euro la Mercedes Amg, per sviluppare e produrre in serie limitata una nuova auto sportiva di lusso.
«In Pininfarina il problema è localizzato in alcuni reparti e non sembra compromettere il futuro dell’azienda – aggiunge il delegato della Fiom Mannori – Alla Denso, la situazione è molto più complessa. C’erano due linee che si dedicavano alla Cinquecento elettrica. Oggi sembrano non esserci prospettive». E allora, anche i contratti di solidarietà potrebbero non bastare per mettere al sicuro le condizioni dei lavoratori a rischio. Torino e provincia, anno 2024, nuove istantanee dalla crisi del settore automotive.
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