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La crisi dell'automotive

La Fiat 500e blocca anche la Denso: 150 esuberi. Ecco cosa succede

La comunicazione dell'azienda di Poirino ai sindacati. Scattano i contratti di solidarietà per tutto il 2025

La Fiat 500e blocca anche la Denso: 150 esuberi. Ecco cosa succede

Anche i contratti di solidarietà potrebbero essere solo un palliativo e, su settecento lavoratori, centocinquanta sono in esubero. Ecco servito, in cifre, l’ennesimo ritratto della crisi del settore automotive nel Torinese e dei cali di produzione di Stellantis. Ieri, la Denso Thermal Systems di Poirino l’ha comunicato ai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Fismic, giustificandolo con una perdita di volumi degli ordini del 35%. Motivo? Sono crollati, nell’ultimo periodo, gli ordinativi sulla Fiat 500 elettrica e l’azienda deve correre ai ripari.

I 118.500 metri quadrati dello stabilimento poirinese, in frazione Masio, sono il cuore pulsante del colosso giapponese in Italia. Ospitano la direzione generale, gli uffici amministrativi, tecnici e di sperimentazione, oltre a un'importante linea produttiva dedicata ai sistemi di condizionamento per le auto, fiore all’occhiello della Denso.

Lo scenario di crisi non è nuovo, ma pare decisamente più critico di quanto i vertici aziendali avessero lasciato intendere finora. E il futuro è più fosco che mai. Da tempo, infatti, diversi lavoratori erano in cassa integrazione. Ora, annunciando gli esuberi, l’azienda ha comunicato che sarà necessario proseguire con gli ammortizzatori sociali non solo fino alla fine dell’anno, ma anche per tutto il 2025.

I sindacati parlano di una situazione «situazione drammatica». Per provare ad arginarla, ieri hanno sottoscritto un accordo di 12 mesi. Prevede il ricorso al contratto di solidarietà per un anno e la possibilità di avviare dimissioni volontarie incentivate. «L’obiettivo è salvaguardare salario e occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori Denso, con la consapevolezza che l’unica via d’uscita da questo difficile momento è l’assegnazione di nuovi modelli allo stabilimento Stellantis di Mirafiori» chiariscono Fim, Fiom, Uilm e Fismic. Ma non è detto che questo sia sufficiente per migliorare le condizioni dell’azienda e mettere al sicuro le condizioni dei lavoratori a rischio.

Aggiungono i sindacati: «Esprimiamo forte preoccupazione per la grande crisi che sta attraversando il settore automotive. Tante aziende che raramente avevano fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, si trovano ora in situazioni di forte criticità».

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