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I sindaci "bloccano" Ponte Preti: «Serve più tempo per il progetto»

Il timore è quello di perdere i finanziamenti per la realizzazione dell’opera

I sindaci "bloccano" Ponte Preti: «Serve più tempo per il progetto»

I sindaci del Canavese “occupano” Ponte Preti per chiedere una proroga ai termini di consegna del progetto del nuovo ponte, temendo che non riuscendo a rispettare la scadenza si possano perdere i fondi necessari all’opera strategica.

Oggi a mezzogiorno una quarantina di sindaci del Canavese si sono dati appuntamento in prossimità di Ponte Preti a Strambinello per bloccare pacificamente il traffico per alcuni minuti in segno di protesta, reclamando quello che da tanti anni il territorio sta attendendo, ovvero un nuovo Ponte Preti. L’attuale, realizzato nel 1922, non ha più le dimensioni e le capacità per il traffico che lo attraversa lungo la provinciale 565 che collega il Canavese orientale con la parte occidentale. Da anni si discute di un suo rifacimento e qualcosa era cambiato con il previsto passaggio dell’opera dalla competenza provinciale all’Anas. Per il nuovo ponte, poi, era prevista una struttura completamente in ferro.

Per questo e altri ponti la Città Metropolitana aveva ricevuto dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti circa 66 milioni euro. La condizione, però, è che la progettazione delle opere venisse terminata entro il 31 dicembre di quest’anno. Termine praticamente impossibile da rispettare e che, come i sindaci canavesani hanno dichiarato alla manifestazione, rischia di far perdere i quasi 20 milioni destinati al rifacimento del Ponte Preti. A fianco degli amministratori canavesani si sono schierati anche tre consiglieri regionali del territorio ovvero Alberto Avetta, Mauro Fava e Sergio Bartoli, presenti alla manifestazione. Quest’ultimo ha depositato un ordine del giorno per il Consiglio Regionale dove chiede: «Le manifestazioni dei sindaci e delle comunità locali evidenziano l’urgenza di interventi su questo ponte, il cui mancato adeguamento causerebbe pesanti ripercussioni sia logistiche che ambientali, dovute all’incremento del traffico su vie alternative, all’usura delle infrastrutture e all’aumento delle emissioni inquinanti. La revoca dei fondi statali avrebbe conseguenze gravi per la sicurezza, la mobilità e la sostenibilità ambientale, penalizzando un territorio già duramente colpito dai ritardi burocratici. Per questo motivo, il mio ordine del giorno impegna il Presidente e la Giunta regionale a effettuare una ricognizione sullo stato della progettazione per gli interventi già finanziati in Piemonte, con particolare attenzione al Ponte Preti. Chiedo che ci si attivi presso il Governo nazionale per chiedere, ove necessario, un’ulteriore proroga utile all’aggiudicazione e alla realizzazione dei lavori infrastrutturali e sostenere, in ogni sede opportuna, l’urgenza di un intervento su questa infrastruttura strategica».

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