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dossier viabilità/1
12 Agosto 2024 - 05:30
Cantieri, ponti, strade e code. Ecco tutte le trappole per gli automobilisti torinesi
«Torino non è un luogo che si abbandona» disse nel 1888 Friedrich Nietzsche. Uno slancio d’amore per la città che lo ospitava che, oltre un secolo dopo, rischia di essere sempre attuale ma solo se preso alla lettera. Sì, perché lasciare Torino è sempre più complicato. E non per la sua bellezza che tanto colpì il filosofo ma per il semplice motivo che strade e autostrade sono ormai simili a trappole. Un problema per andare in vacanza ma anche per chi delle strade ha bisogno per lavorare.
L’A32, croce e delizia dei torinesi che amano la montagna. Perché da un lato permette di raggiungerla in un’ora, dall’altro sempre più spesso diventa una trappola. Il problema è ben conosciuto: i cantieri. In questo periodo sono in corso i lavori di adeguamento sismico del viadotto di Bussoleno e quelli per lo svincolo Clarea, legati al Tav. E fino al 31 agosto (salvo ritardi) automobilisti e camionisti dovranno fare ancora i conti con i lavori all’ingresso di Rivoli, nella gallerie Perosa e Mompantero e con il rifacimento dell’asfalto tra Rivoli e Avigliana. Tutto nel periodo in cui, alla domenica, l’A32 viene presa d’assalto da chi torna dalla montagna, con i risultati che si possono facilmente immaginare.
E i problemi sono destinati ad aumentare:
C’è solo un’altra autostrada che fa arrabbiare i torinesi più dell’A32: la Torino-Savona. Quella che dovrebbe essere la strada delle vacanze e dei week end, capace di portare i torinesi al mare in un paio d’ore. Una volta, forse. Perché ormai da anni, i lavori per l’adeguamento sismico dei viadotti hanno reso la Liguria lontana come la riviera adriatica: non è raro impiegare 4 o 5 ore per raggiungere Loano o tornare a Torino, proprio come andare a Rimini. Nel momento in cui scriviamo, sono 10 i cantieri attivi: 7 in direzione mare, 3 in quella opposta, con conseguenti chiusure di corsie o scambi di carreggiata. E la situazione non migliorerà nel breve periodo, visto che tutti proseguiranno ancora per mesi o addirittura anni.
L’incubo dei pendolari. Regolarmente bloccata nelle ore di punta, soprattutto nella zona ovest, tanto che su Facebook e Telegram sono nati gruppi di automobilisti per avvisare di code e rallentamenti. Troppi utenti per le sue tre corsie, molto spesso basta un tamponamento per mandarla in tilt e a poco, in tal senso, è servito abbassare il limite a 110 chilometri orari. E ovviamente anche qui non mancano i cantieri: in questi giorni, gli operai sono al lavoro tra Bruere e lo svincolo Statale 24.
Strettamente correlato al discorso della tangenziale, c’è quello per una strada che in realtà non esiste: la tangenziale Est. Il tratto mancante per chiudere l’anello intorno a Torino, di cui si vagheggia da decenni obbligando, nel frattempo, auto e camion o a percorrere tutta la tangenziale esistente o ad avventurarsi in collina o sull’asse corso Moncalieri-corso Casale. Un sogno destinato a restare tale. Al suo posto, è l’ultima idea, dovrebbe esserci la Gronda Est: una strada che collegherà il chierese all’A4 «ma che non avrà le caratteristiche e l’impatto di una tangenziale» ha già messo le mani avanti il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo. Tempi di realizzazione? Al momento, è ancora da decidere persino il percorso preciso.
Automobilisti in difficoltà ma con i treni non va molto meglio...
Spostiamoci in Canavese, dove i camionisti sono costretti a fare i conti con un ponte secolare, costruito nel 1923. Il Ponte Preti, tra Castellamonte e Strambinello, scavalca il Chiusella ma ha un “piccolo” problema: è troppo stretto e due camion, se si incrociano, si incastrano. Questo è però l’unico dei punti critici della nostra viabilità che sembra davvero vicino alla soluzione: come ha annunciato Città metropolitana pochi mesi fa, entro la fine del 2025 dovrebbe partire il cantiere per il nuovo ponte. Quello attuale però non sarà demolito, ma sarà utilizzato per alleggerire la viabilità locale.
E chiudiamo restando in Canavese dove un altro ponte, il viadotto Camolesa, fa disperare i camionisti. Troppo malridotto per sopportare il peso dei Tir, sono in corso i lavori per il suo rifacimento. Nel frattempo, onde evitare rischi, il prefetto di Vercelli ha disposto la chiusura della bretella Ivrea-Santhià ai mezzi pesanti fino a fine anno. Basta dare un’occhiata a una cartina per capire cosa significa, in termini di chilometri percorsi in più, per i mezzi diretti da Milano ai trafori della Valle d’Aosta e viceversa.
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