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Allarme sicurezza
26 Novembre 2024 - 11:03
Immagine generata con Intelligenza Artificiale
Un nuovo episodio di violenza nei confronti del personale sanitario riaccende l’allarme sulla sicurezza nelle strutture ospedaliere. Ieri pomeriggio, al Pronto Soccorso di Ciriè, un infermiere è stato colpito con un calcio all’addome da un paziente noto alle forze dell’ordine, durante un intervento di routine. Fortunatamente, le condizioni della vittima non sono gravi, ma l’accaduto è solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni che mettono sotto pressione chi lavora in prima linea. I carabinieri sono intervenuti per allontanare l’aggressore e assicurarlo alla giustizia, ma la vicenda ha provocato forti reazioni da parte dei sindacati.
Giuseppe Summa, responsabile del sindacato Nursind, ha espresso indignazione per l’ennesimo episodio di violenza, accusando la dirigenza dell’ASL TO4 di non agire. “Questo è solo l’ultimo caso in un’azienda che sembra ignorare completamente le nostre segnalazioni. Avevamo richiesto interventi strutturali e organizzativi, ma ancora una volta ci troviamo di fronte all’inerzia totale. È inaccettabile!” ha dichiarato Summa.
Il sindacato punta il dito contro il Direttore Generale Domenico Scarpetta, accusato di immobilismo, e sottolinea come nemmeno le misure più semplici, come coprire i nominativi sulle divise del personale, siano state attuate.
L’aggressione avvenuta a Ciriè non è un caso isolato. I dati parlano chiaro: in tutta Italia, gli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari sono in aumento. Il personale dei Pronto Soccorso è particolarmente esposto a causa di un mix di fattori esplosivi: carenza di risorse, lunghe attese e tensioni crescenti da parte dei pazienti.
“Non possiamo permettere che chi si dedica a salvare vite debba temere per la propria incolumità” ha ribadito Summa, chiedendo interventi immediati per rendere gli ospedali luoghi sicuri non solo per i pazienti, ma anche per chi ci lavora.
Il sindacato Nursind ha presentato una lista di proposte per migliorare la sicurezza, tra cui:
Nonostante queste soluzioni siano state discusse in tavoli tecnici con la dirigenza, molte delle promesse sono rimaste sulla carta.
“Lavoriamo sotto pressione, con turni massacranti e in condizioni già difficili. Ora ci troviamo anche a doverci difendere fisicamente” ha commentato un infermiere del Pronto Soccorso di Ciriè, preferendo restare anonimo.
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