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Ponte Preti, lavori a rischio: il governo dice "no" alla proroga chiesta dai sindaci

Solo pochi giorni fa, una quarantina di sindaci del Canavese aveva chiesto una proroga ma dal governo è arrivata una doccia gelata

I sindaci "bloccano" Ponte Preti: «Serve più tempo per il progetto»

Solo pochi giorni fa, una quarantina di sindaci del Canavese aveva chiesto una proroga ma dal governo è arrivata una doccia gelata

Brutte notizie per il Canavese. Il governo ha infatti deciso di non concedere alcuna proroga per la progettazione e  l'aggiudicazione dei lavori per la costruzione del nuovo Ponte Preti, opera cruciale per il territorio per la quale, solo pochi giorni fa, erano scesi in piazza (anzi, sul ponte) una quarantina di sindaci canavesani.

Ad annunciare la doccia fredda sulle speranze dei primi cittadini è stato il consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista civica Cirio presidente Piemonte moderato e liberale) che si era fatto promotore di un ordine del giorno nei confronti del Consiglio Regionale, che impegnava la giunta a intervenire presso il governo per ottenere la proroga. Un’iniziativa affiancata dall’intervento dell’onorevole Daniela Ruffino, che ha presentato un question time al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per sensibilizzare il governo sull’urgenza della questione. Il tutto dopo la manifestazione dei sindaci, che lo scorso 15 novembre avevano "occupato" il Ponte per far presente che senza la proroga i fondi ministeriali - e quindi il progetto che prevede un nuovo ponte e il recupero di quello attuale, da destinare alla viabilità locale - erano a forte rischio.

Nonostante queste sollecitazioni, la risposta del Governo è stata negativa: non ci sarà alcuna ulteriore proroga oltre il termine del 31 dicembre 2024. «Questa decisione penalizza non solo il Piemonte, ma soprattutto le comunità che dipendono quotidianamente da queste infrastrutture - dichiara Bartoli -. Il mancato intervento sul Ponte Preti, unica via di collegamento verso servizi essenziali come ospedali e tribunali, rappresenta un colpo pesante per la sicurezza e la mobilità del nostro territorio. Questo immobilismo burocratico rischia di mettere a repentaglio non solo la sicurezza delle persone, ma anche il futuro economico e sociale di un’intera area».

Per mettere la parola fine sulle speranze dei canavesani è ancora presto. «Non ci fermeremo - conclude infatti Bartoli -. Con il sostegno delle amministrazioni locali e delle comunità coinvolte, esploreremo ogni strada possibile per trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza e lo sviluppo del nostro territorio».

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