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Il caso
04 Dicembre 2024 - 12:42
Dopo 11 anni di battaglie legali, la giustizia è finalmente arrivata per una giovane donna che a soli 16 anni è stata violentata da un gruppo di "amici". La Corte Suprema di Cassazione ha respinto l'ultimo ricorso dei quattro accusati, confermando la sentenza che li condanna a pene detentive per il crimine subito dalla ragazza nel 2013. La decisione segna la conclusione di un lungo iter giudiziario che ha visto alti e bassi, dal primo processo che aveva assolto i colpevoli, fino alla sentenza finale che oggi li manda in carcere.
Nel dicembre 2013, la giovane, all’epoca minorenne, era stata costretta a subire abusi sessuali da parte di quattro ragazzi, che la avevano incontrata in un locale a Novara. La vittima, oggi 27enne, ha sempre sostenuto di non aver dato il suo consenso, ma di aver ceduto per paura delle minacce ricevute dai suoi aggressori. La sua testimonianza ha sempre contrastato con quella degli accusati, che fino all’ultimo hanno sostenuto che l’incontro fosse stato consensuale. Tuttavia, la Corte d'Appello di Torino ha ritenuto le loro difese inconsistenti e ha riconosciuto la violenza sessuale come reato grave.
Il processo è stato lungo e tortuoso. Inizialmente, nel 2019, i quattro uomini erano stati assolti dal Tribunale di Novara, ma la sentenza è stata ribaltata in appello. Un nuovo tentativo di difesa è stato fatto davanti alla Corte di Cassazione, ma anche questa volta il massimo organo giudiziario del Paese ha confermato la colpevolezza degli imputati.
Oggi, due dei condannati dovranno scontare 4 anni e 2 mesi di reclusione, mentre gli altri due saranno incarcerati per 4 anni. Per la giovane vittima, la sentenza arriva troppo tardi, ma rappresenta almeno una forma di giustizia dopo anni di silenzi e denunce inascoltate. La ragazza ha sempre spiegato di essere stata terrorizzata dalle minacce di violenza fisica, che le avevano impedito di ribellarsi durante l’aggressione. Un trauma che, come dichiarato in aula, le aveva già fatto temere in passato per la propria sicurezza, visto che due dei ragazzi coinvolti avevano già tentato di palpeggiarla in un'occasione precedente.
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