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Il caso
19 Gennaio 2025 - 08:30
Aveva appena concluso un processo a Torino e ora rischia di iniziarne un altro ad Alessandria. Di nuovo con l’accusa di aver prodotto un certificato falso per l’esenzione dalla vaccinazione anti Covid, stavolta per un agente di polizia municipale: così è tornato nei guai Giuseppe Delicati, il medico di Borgaro balzato agli onori delle cronache nei difficili anni della pandemia proprio per aver firmato una lunga sfilza di presunti certificati falsi (con tanto di manifestazioni in suo sostegno in piazza Castello a Torino).
Per i suoi detrattori, il medico di Borgaro era diventato il “Dottor No Vax” nel periodo in cui era obbligatorio vaccinarsi contro il Covid per poter lavorare. E lui, secondo le procure di Torino e Ivrea, che avevano iscritto nel registro degli indagati altre 73 persone, forniva esenzioni «redatte su carta libera riportante la sua intestazione in assenza di qualsivoglia visita medica, senza la qualifica vigente di medico vaccinatore, rilasciando il documento a persone che non erano suoi pazienti». In alcuni casi, come appurato dai magistrati di Ivrea, Delicati avrebbe rilasciato l’esenzione incassando anche delle somme, fino a 40 euro in cambio della prestazione. Per questo, quando erano iniziate le inchieste nel 2021, era finito addirittura in carcere.
Ora Delicati dovrà affrontare il processo a Ivrea mentre, a Torino, ha patteggiato una pena di 2 anni di reclusione. Ma resterà libero perché il giudice ha concesso la sospensione condizionale della pena. Che ora potrebbe “saltare” se il medico borgarese non venisse assolto a Ivrea o Alessandria. Qui le accuse sono le stesse già mosse dalle altre due procure piemontesi: avrebbe fornito un certificato falso a un agente della polizia municipale del capoluogo di provincia, dichiarandosi medico vaccinatore e attestando patologie del vigile per fargli evitare il vaccino e consentirgli di rientrare al lavoro.
Dopo il patteggiamento a Torino, Delicati aveva precisato che non si trattava di un’ammissione di colpa. Anzi, sosteneva di aver agito sempre nell’interesse dei suoi pazienti, commettendo forse delle «leggerezze» ma eseguendo regolarmente le visite. A sostenerlo, durante l’ultima udienza torinese, c’era anche una decina di pazienti: esponevano un cartello con la scritta “Delicati innocente - Piena assoluzione”. «Anche stavolta ci difenderemo nelle sedi opportune, contestando la ricostruzione dell’accusa» replica ora l’avvocato del dottore, Gianluca Visca.
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