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Il Mestiere di Vivere: il documentario di Giovanna Gagliardo esplora la vita e l'eredità di Cesare Pavese

Un viaggio nell'anima di Pavese tra poesia, tradizione e innovazione culturale

Il Mestiere di Vivere: il documentario di Giovanna Gagliardo esplora la vita e l'eredità di Cesare Pavese

Cosa spinge un uomo a scrivere le sue ultime parole chiedendo perdono e, al contempo, esortando a non fare troppi pettegolezzi? È da questo enigma che prende avvio "Il Mestiere di Vivere", il documentario scritto e diretto da Giovanna Gagliardo, che sarà presentato in anteprima ad Alba il 24 gennaio 2025 al Cine4 Cityplex. Un'opera che si propone di esplorare la complessità di Cesare Pavese, un intellettuale che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana del Novecento.

Il documentario, prodotto da Luce Cinecittà in collaborazione con Rai, si apre con l'epilogo della vita di Pavese, quel tragico 27 agosto 1950, quando lo scrittore decise di togliersi la vita all'Hotel Roma di Torino. Da qui, il racconto si dipana a ritroso, svelando le molteplici sfaccettature di un uomo che, in soli 42 anni, ha dato vita a opere immortali come "Paesi tuoi", "Il compagno", "La casa in collina", "La bella estate" e "La luna e i falò".



Cesare Pavese, poeta, scrittore, traduttore e collaboratore della casa editrice Einaudi, è stato un intellettuale poliedrico, capace di spaziare tra generi e ruoli diversi. Il documentario di Gagliardo non si limita a raccontare la sua produzione letteraria, ma esplora anche il suo contributo alla cultura italiana, evidenziando il suo interesse per la lingua e la cultura americana, un aspetto rivoluzionario in un'epoca in cui tali influenze erano considerate illegali dal regime.

Cesare Pavese

Girato nelle terre pavesiane, con le Langhe in primo piano, il film è arricchito da materiali dell'Istituto Luce, interviste e citazioni tratte da romanzi, lettere, poesie e diari. Le riprese di Andrea Icardi, che includono testimonianze di persone che conobbero Pavese, offrono uno sguardo intimo sulla sua vita. Due luoghi, in particolare, emergono come simboli dell'anima dello scrittore: Santo Stefano Belbo, rappresentante della giovinezza e dell'adolescenza, e la città, simbolo della maturità e della formazione intellettuale.

Il documentario si distingue per il suo approccio innovativo al tema del suicidio di Pavese. Come sottolinea Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese, l'obiettivo è distaccarsi dal pregiudizio legato a questo tragico evento e concentrarsi sulle opere e sulle innovazioni introdotte dallo scrittore. Vaccaneo conferma che il film parte dalla morte, un argomento ancora troppo grande per essere tralasciato, ma lo fa esclusivamente per prendere atto del fatto e poi farcene dimenticare.

Pierluigi Vaccaneo

La voce di Cesare Pavese è affidata a Emanuele Puppio, mentre la fotografia è curata da Roberta Allegrini e il montaggio da Emanuelle Cedrangolo. Il documentario si avvale anche dei contributi di Laura Nay dell'Università di Torino, Giulia Boringhieri e altri esperti, che arricchiscono il racconto con le loro testimonianze e analisi. "Il Mestiere di Vivere" non è solo un documentario su Cesare Pavese, ma un viaggio nell'anima di un uomo che ha saputo trasformare il dolore in arte, lasciando un'eredità culturale che continua a ispirare generazioni di lettori e studiosi.

Per i biglietti, è possibile acquistarli direttamente dal sito del cinema www.cinequattro.com

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