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Il fatto

Cuorgnè: la Città Metropolitana blocca la nuova cava a Campore

La decisione arriva dopo le osservazioni del Comune e il vincolo post-incendio del 2017

Cuorgnè: la Città Metropolitana blocca la nuova cava a Campore

Foto d'archivio, Cuorgnè

La Città Metropolitana di Torino ha detto "no" all'apertura di una nuova cava in località Deiro, vicino alla frazione Campore: una decisione che non solo rispetta le normative vigenti, ma che rappresenta anche una vittoria per chi crede nella salvaguardia dell'ambiente e nella pianificazione sostenibile.

Era il 2017 quando un incendio devastò la zona interessata dal progetto della Scavi-Ter di Morletto. Un evento che, oltre a lasciare cicatrici visibili sul paesaggio, ha inciso profondamente sul futuro urbanistico dell'area. Secondo la legge quadro in materia di incendi boschivi (353/2000), le aree boscate percorse dal fuoco non possono cambiare destinazione d'uso per 15 anni: questo vincolo ha reso impossibile l'approvazione di una variante urbanistica necessaria per l'apertura della cava, almeno fino al 2032.

La sindaca Giovanna Cresto e la sua amministrazione hanno giocato un ruolo chiave in questa vicenda. Attraverso un'attenta analisi e una serie di osservazioni puntuali, il Comune ha evidenziato le criticità legate al progetto. Non solo il vincolo post-incendio, ma anche la destinazione d'uso dell'area, classificata come "per attività agricole e silvo-pastorali", ha rappresentato un ostacolo insormontabile per la realizzazione della cava.

La decisione della Città Metropolitana di Torino, formalizzata con la determinazione n. 2252 del 10 aprile, è stata comunicata il 15 aprile. Essa ha posto fine al procedimento di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (VIA), richiesto dalla Scavi-Ter a dicembre 2024. Un iter che, sebbene non abbia esaminato tutte le considerazioni in materia di impatto ambientale e viabilità, ha trovato nella normativa post-incendio un motivo sufficiente per bloccare il progetto.

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